Grazie alla grande vittoria ottenuta sul PSV Eindhoven, il Milan è riuscito ad assicurarsi l’appuntamento con la storia e con il calcio che conta: la Champions League. Inserito nel gruppo H della fase a gironi, il Diavolo non deve scontrarsi soltanto con l’Ajax e con il temibile (ma battibile) Barcellona, ma anche con il Celtic. Gli scozzesi di Glasgow, dopo essere stati incontrati e nella maggior parte dei casi sconfitti in ben sei occasioni a cavallo tra il 2004 e il 2007, hanno il dente avvelenato e sono pronti a rilanciarci la sfida. Con l’obiettivo di vendicare le ferite ricevute che, in ogni situazione, hanno coinciso con la loro estromissione dalla massima competizione europea. Gli ultimi incontri ravvicinati tra Milan e Celtic, malgrado questi ultimi abbiano raccolto due pareggi e una vittoria, hanno infatti sempre sancito l’eliminazione degli scozzesi. Che quindi, intendono fare il possibile per riscattarsi e metterci in difficoltà.
Gli uomini di Neil Lennon, campioni di Scozia in carica e approdati alla fase a gironi dopo avere eliminato sul filo di lana i kazaki dello Shakhter Karagandy, fanno dell’aggressività e della corsa le loro armi migliori. Il Celtic è solito schierarsi con un 4-4-2. Ritmo, intensità e aggressività. Sono queste le chiavi dello schema di Lennon. Gli esterni di difesa e i centrocampisti, che partono corti e compatti e adottano una filosofia di gioco di stampo difensivo, corrono alla follia e applicano un pressing asfissiante. Così facendo, ricorrendo anche alle cattive, tentano di arginare le trame avversarie e di ripartire con efficacia e rapidità. La coppia d’attacco, in linea di massima formata dall’esperto Samaras e da uno tra i giovani Tony Watt e Teemu Pukki, è in grado di abbinare potenza e imprevedibilità ma non è di certo una delle più forti d’Europa. Il Celtic, che si distingue per intensità e furore, manca di giocatori in possesso di tecnica e senso del gioco. Ciò nonostante, dal momento che si chiude bene e gioca con impeto, può mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Ecco spiegato come, durante la scorsa stagione, gli scozzesi siano riusciti a mettere al tappeto il Barcellona. Eroe di quella serata era stato il portiere, Fraser Foster, capace di infondere sicurezza al reparto e di mettere a segno interventi di fondamentale importanza.
Pur mancando di fosforo e qualità, gli Hoops (questo è il loro soprannome) sono sempre un ostacolo insidioso, specie se affrontati a Celtic Park. Ma il Milan, in quanto superiore dal punto di vista tecnico, non deve avere timore. Il catenaccio scozzese, giocando i rossoneri da grande squadra, può essere disinnescato. L’importante è scendere in campo con determinazione e cognizione di causa. Avanti, vecchio Diavolo, la Scozia deve diventare (di nuovo) un tuo feudo!