Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter.
Quante cose cambiano nel giro di una settimana… Sette giorni fa il popolo milanista stava vivendo l’ansia delle ore di vigilia della sfida contro il PSV Eindhoven. Dopo la partita di Verona, i dubbi sulla squadra erano tanti. E Massimiliano Allegri era finito nuovamente sulla graticola. Poi arrivano i gol di Boateng, le dimissioni-provocazioni del tecnico, l’addio dello stesso Boa, l’arrivo di Matri, la trattativa per Kakà, la festa per il brasiliano-figliol prodigo. Tutto in pochi giorni, come era prevedibile. Si sapeva che se il Milan avesse centrato la qualificazione ai gironi di Champions sarebbero arrivate giornate intensissime.
Il bilancio, alla fine, parla a favore di Allegri. L’allenatore toscano ha scacciato ancora una volta le voci di esonero. Si è ripreso in mano il timone della squadra e, soprattutto, ha dettato condizioni e scelte, sotto gli occhi di tutti.
C’è da credere, infatti, che la cessione di Boateng, la panchina di El Shaarawy e l’esclusione di Niang dalla lista Champions (a favore di Pazzini, ancora ai box) siano frutto di una linea precisa dell’allenatore toscano che ha rimesso in cima ai criteri di valutazione la disciplina, in campo e fuori dal campo. E in questo senso non è da sottovalutare nemmeno la partenza di Antonini, simbolo di una vecchia guardia che i maligni non hanno mai descritto in piena armonia col tecnico. Insomma, c’è da credere che quello che vedremo in campo dopo la sosta sarà ancora di più il Milan di Allegri. A maggior ragione responsabilizzato nelle scelte e nei risultati. E per questo con meno alibi rispetto al passato.
This post was last modified on 3 Settembre 2013 - 21:00