Nell’incontro valido per la semifinale della Guinness Cup, un Milan volitivo, ma non ancora al top della condizione, ha perso per due reti a zero contro un Chelsea già pronto per la Premier League.
Malgrado Allegri avesse preparato la gara con attenzione, schierando un 4-3-1-2 mirato ad assicurare densità e ad aggiudicarsi lo scontro in mezzo al campo, nei primi dieci minuti di gara i rossoneri hanno concesso qualche palla gol di troppo. Il tutto su azioni di palla inattiva, punto debole del Milan anche nella stagione passata. Dal quarto d’ora in poi, però, abbiamo assistito a una crescita esponenziale dei nostri. La linea mediana, De Jong e Muntari in primis, è riuscita a fare filtro e a imporsi. L’attacco, pur non essendo riuscito a incidere appieno, si è dimostrato comunque pericoloso. Balotelli ed El Shaarawy non si sono risparmiati, effettuando il lavoro sporco che li contraddistingue, mentre Boateng ha ripiegato con continuità ma si è spento con il trascorrere dei minuti. Peccato che quell’inserimento di Sulley, con Mario pronto a raccogliere la palla smorzata e depositarla in rete, sia stato salvato in extremis da Ivanovic. E che alla mezz’ora di gioco un errore dei nostri due punti deboli, Antonini ed Emanuelson, abbia portato al vantaggio dei Blues.
Vantaggio siglato da De Bruyne, che ha approfittato dello sbilanciamento in avanti del nostro numero 77 e di una diagonale mancata dall’esterno olandese, che anche stanotte ha dimostrato di non poter essere schierato nella posizione di terzino sinistro. Quando puntato, infatti, Urby va in costante difficoltà: non annovera nel proprio repertorio il senso della posizione, non riesce a contrastare e concede con regolarità praterie al dirimpettaio. Gli elementi appena citati hanno rappresentato le note negative della sfida. Perché mentre i vari Balotelli, El Shaarawy e Montolivo non sono ancora in forma ma si sono comunque destreggiati con dignità, Antonini ed Emanuelson non hanno perso l’occasione per dimostrarsi non all’altezza della situazione.
Nella ripresa il Milan avrebbe potuto centrare il pareggio. Ma Allegri ha preferito effettuare una girandola di sostituzioni e di concedere spazio ai giovani. Di conseguenza, i rossoneri non sono riusciti a rendersi pericolosi: hanno cercato invano di imbastire azioni, l’unico acuto è stato rappresentato da un inserimento di Nocerino, e hanno lasciato al Chelsea la possibilità di ripartire in velocità. Cristante è entrato in campo con superficialità e ha perso palloni sanguinosi a metà campo, mentre per l’intero arco di gara Christian Abbiati si è fatto trovare pronto, pur non facendo mirabilie. Bene anche la coppia centrale, composta da Silvestre e Zapata, che hanno tenuto botta alle sortite del Chelsea. Ciò nonostante, nel cuore del recupero è arrivato il raddoppio di Schurrle, che ha approfittato di un momento di sbandamento rossonero causato dalle troppe sostituzioni effettuate per fissare il punteggio sul due a zero. Trattasi di una sconfitta che senz’altro brucia, dal momento che perdere dà sempre fastidio, ma che va presa con filosofia. L’impostazione tattica e la grinta messa in mostra nel primo tempo sono segnali positivi. Con tutti i titolari a disposizione e con la facoltà di effettuare meno cambi, cioè in una partita ufficiale, il secondo tempo sarebbe stato giocato con un altro piglio. Garantito.