Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi dieci anni di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), dal 2011 si occupa di comunicazione di manifestazioni fieristiche. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter.
Mario Balotelli. E’ lui il perno attorno al quale ruota questo Milan. Non è un mistero, non lo scopriamo adesso. Tutto è frutto di una precisa strategia che affonda le radici allo scorso autunno quando Adriano Galliani imbastì la trattativa col Manchester City e a gennaio andò a caricarsi su un aereo SuperMario. Oggi i rossoneri sono in apprensione per comprendere lo stato fisico del giocatore, uscito malconcio contro i Los Angeles Galaxy e fermato dallo staff medico della Nazionale durante il primo allenamento per Italia-Argentina di questa sera. Ne sapremo di più nelle prossime ore e da lì Massimiliano Allegri farà le sue scelte per garantire solidità e peso al suo attacco, reparto che, diciamolo con franchezza, dovrebbe destare meno dubbi e timori rispetto a difesa e centrocampo. Eppure oggi l’acciacco di Balotelli, l’infortunio di Pazzini e i fantasmi che aleggiano su Robinho aprono continui scenari di mercato. La caccia all’attaccante per i playoff può rivelarsi un boomerang. Prendere un Borriello o un Acquafresca per la doppia sfida contro il PSV significherebbe mettersi in casa un eterno scontento una volta che Balotelli e gli altri riprenderanno i rispettivi posti.
Ad ogni modo questo Balotelli si candida fortemente a diventare non solo l’artefice del mercato e dello schema tattica del Milan, ma anche il suo leader. Senza nulla togliere a Riccardo Montolivo, ma il potenziale capitano dei rossoneri è SuperMario. E lo stesso Montolivo ne ha riconosciute la maturazione e l’importanza per i risultati e per l’equilibrio interno della squadra.
Balotelli è il volto mediatico del Milan. Ma anche della Nazionale. Lui fa sempre notizia, per fortuna dei milanisti nel bene più che nel male. Apre le porte della sua divertente casa, posta le immagini di una porcellina adottata, sa rispondere ai giornalisti con mimica, monosillabi e parole mai banali. Corre pure dietro a Papa Francesco per ottenerne l’attenzione in privato per qualche minuto. Insomma, ha tutto del leader. E se non commetterà sciocchezze, può ambire a diventare il simbolo di questa squadra, magari fornendo una spalla giusta ad Allegri nella gestione del gruppo. Lui può diventare un senatore. E, perchè no, il capitano. E’ successo alla Juventus, ad esempio, che prima Roberto Baggio, poi Gianluca Vialli e quindi Alessandro Del Piero ottennero la fascia senza avere l’anzianità, per il carisma che trasudavano dalla divisa bianconera. Non mi stupirei se accadesse anche a Balotelli. Senza pensare al valore simbolico che può assumere anche nel contrasto a cori razzisti. Ma soprattutto all’assunzione di responsabilità che lo farebbe diventare ancora più uomo. Alla faccia dei detrattori…