Inizio da brividi, finale in scioltezza e con qualche recriminazione. L’esordio in Champions ad Eindhoven del quarto Milan targato Massimiliano Allegri non era iniziato affatto sotto i migliori auspici: quei primi dieci minuti di corsa e dinamismo olandese, infatti, avevano fatto pensare ad un incontro tutto in trincea, fatto di sofferenza e palpitazioni. Le partite di calcio, però, hanno il fascino e il potere di cambiare volto in un attimo. Basta il tempo di una giocata, basta essere al posto giusto al momento giusto.
Lo sanno bene Ignazio Abate e Stephan El Shaarawy. Il terzino rossonero dai polmoni d’acciaio e il Faraone finalmente non più triste, infatti, al minuto quattordici hanno dato alla partita rossonera una svolta che, fino a quel momento, appariva soltanto una chimera. Assist perfetto dalla destra, colpo di testa e goal: è 0-1.
I ragazzi di Cocu, feriti nell’orgoglio e nelle certezze, accusano il colpo e, nella ricerca spasmodica almeno di un pareggio, lasciano notevoli spazi al Diavolo, che riesce finalmente ad entrare in partita e a rendersi pericoloso in diverse occasioni. L’1-1 arriva nella seconda frazione, quando Matavz ribadisce in rete un tiro di Bruma malamente respinto da Abbiati. Anche in questo caso è curioso sottolineare come gli olandesi abbiano trovato il pari nel loro momento peggiore, a gambe appesantite e ad evidenti limiti tecnici ormai appurati.
Nel complesso, dopo i primi dieci minuti da incubo, i rossoneri hanno destato una buona impressione: ottimo Zapata, sempre più prezioso e sicuro in copertura e sempre più consapevole delle sue immense possibilità fisiche, prezioso, ma un po’ troppo su di giri il sempre protagonista Balotelli. Un piccolo appunto, infine, al pur bravo Allegri: ma quell’Andrea Poli non andava forse inserito un po’ prima?