Giusto che Allegri non abbia usato parole forti nel post-partita, ma di sicuro le sue impressioni non erano state buone e un minimo di preoccupazione c’è. La differenza con una squadra internazione di livello, anche con un Milan al completo, è evidente. Soprattutto in difesa, con prestazioni pienamente insufficienti di Antonini, in ritardo in diverse situazioni, Zaccardo, mai sicuro, e anche Vergara, che però merita una parentesi a parte: forse era l’esordio più complicato possibile, presenta grosse lacune tattiche ma non perché non è capace di metterle in pratica, semplicemente perché mancano. Deve studiare, ma nel secondo tempo, soprattutto con i piedi, si è disimpegnato in buona maniera. Amelia, per chiudere la retroguardia, è stato incolpevole ma anche insicuro: Gabriel merita di essere il secondo portiere. A centrocampo ha brillato, ma meno di Valencia, De Jong, ormai una certezza di polmoni, grinta e spinta; bene anche Poli e Nocerino nella ripresa, un mix di corsa e voglia. Male Boateng che, da trequartista, non si è mai reso pericoloso, anzi, spesso e volentieri è mancato come presenza: fisico e colpi li ha, ma non al momento giusto.
In attacco, la nota più lieta del pomeriggio di ieri, è tornato a segnare El Shaarawy: una doppietta piena di senso e significato, soprattutto per il Faraone. Anche se non si trattava di una partita ufficiale, è finito il digiuno: bentornato. Ma il sorriso manca ancora per uno Stephan a testa bassa, che non nasconde sofferenze e delusioni di fine campionato ed inizio estate, con il Milan che lo ha messo sul mercato aspettando offerte. Lui ha detto no alla cessione, ma capito che fiducia e coccole sono diminuite. Servirà per crescere, l’anno prossimo sarà un anno fondamentale. Complimenti a bomber Petagna, una risorsa inaspettata per così tanta efficacia. Adesso sotto con il San Paolo a caccia di una vittoria alla portata, per “vendicare” il City e ottenere un successo salutare.
(Foto: AcMilan.com)
This post was last modified on 1 Agosto 2013 - 13:26