Anche perché i milanisti non riusciranno a dimenticarsi facilmente di una sconfitta meritata e pesante, resa più facile da Jorginho, che ha dominato in mezzo al campo, dimostrandosi il migliore in campo dopo Toni; meglio anche di Poli. Non male ha fatto anche il suo connazionale Martinho che, dopo le parentesi di Catania e Cesena, ha trovato la sua dimensione in Serie B con i gialloblu per poi ritornare in A da protagonista: le premesse sono buone. Il numero 10 del Verona ha chiesto palla con insistenza, mai sprecandola. Ha rallentato quando necessario, ha accelerato quando doveva: cose semplici ma efficaci, sempre al momento giusto. Appoggi, verticalizzazioni, lanci: quasi perfetto, bello da vedere. Adesso impossibile da prendere.
Sarebbe un colpo formidabile, per una promessa sicura del calcio quest’anno chiamato a crescere e migliorare ancora. La parole d’ordine è continuità di rendimento, essenziale per essere grande con i grandi. Ma Verona è la piazza giusta per farsi le ossa, sudare, tirar fuori il meglio per conquistare anche solo un punticino. Questo Jorginho è pronto per la Serie A, ha messo in ginocchio il Milan confermando la bontà della scelta (ormai sempre più remota). Applausi meritati per chi sognava un inizio così e lo ha reso reale con sacrificio, intelligenza, corsa e tranquillità. L’esatto contrario delle caratteristiche messe in campo ieri dagli uomini di Allegri.
This post was last modified on 25 Agosto 2013 - 22:23