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Pazienza è Milan giovane, tifosi vecchi. Pessimisti, disfattisti, quasi…interisti. Scena classica della mia estate: passeggiata lungomare con il mio Sulley che corre in spiaggia come il suo omonimo e milanista di mezza età che si avvicina. “Ué Ruiu se non compriamo nessuno quest’anno siamo messi male!”. Ma perché? Perché ci sentiamo inferiori agli altri? Perché abbiamo ormai perso irrimediabilmente l’entusiasmo che ci ha portato in cima al mondo? Perché sappiamo solo criticare, lamentarci e invidiare gli altri? Perché Napoli e Fiorentina cedono Cavani e Jovetic e i loro presidenti vengono idolatrati, mentre il nostro arriva in Champions cedendo Ibra e Thiago ed è un traditore da contestare? Perché Llorente si rivela un bluff, Tevez non segna mai e noi ce la prendiamo con chi ha fatto il nostro mercato? Perchè per anni abbiamo invocato il famoso progetto giovani e adesso non siamo contenti di avere un tridente da 60 anni in tre?
Sto assistendo a un preoccupante processo di interistizzazione del nostro tifo e mi addolora, perché mi ricordo ancora quando ero bambino a San Siro esultante con 70mila persone in festa per la vittoria del Mundialito nell’estate ’87. Dico sempre che ci vorrebbero due anni di Farina per tornare ad apprezzare questo Milan.
Mi piace la squadra che sta crescendo. Non nascendo, ma crescendo. Perchè è nata l’anno scorso. E piace molto anche ad Allegri che è contento di partire a fari spenti, senza i favori del pronostico. E’ contento di avere una “banda di ragazzotti“, come la chiama lui. Preferisce questa squadra di muscoli, di corsa, di tecnica tutta da affinare e di tattica da costruire piuttosto che una schiera di campioni da gestire. Allegri si sente più allenatore che gestore di campioni o presunti tali. Così come Conte che quest’anno, per la prima volta, ha una squadra meno operaia del Milan e questo potrebbe rappresentare un limite per la Juve.
Vedendo il Milan che si sta formando ci credo davvero. Credo che possiamo essere competitivi per lo scudetto. Con o senza Ljajic, Honda lo do giá per preso. Chi l’ha fatta mi ha detto che questa è stata la miglior preparazione estiva degli ultimi anni. E si vede. Al di là del playoff di Champions sono sicuro che finalmente cominceremo con il piede giusto il campionato. Nonostante i tanti infortuni che si stanno accumulando. Anche questi vengono presi con una filosofia diversa dal passato. Più giovane, più leggera. Due anni fa si faceva male Thiago e sembrava che cadesse il mondo. Quest’ anno si ferma Robinho, no problem gioca Niang. Nessuno si sente inferiore, nessuno si sente escluso dal progetto. Chi ci si sente, lo è davvero. E mi riferisco chiaramente a Boateng, che deve entrare nell’ottica di accettare il trasferimento se non vuol passare in panca tutta la stagione.
Morale, la mia risposta al tifoso del lungomare è: “Se non arriva nessuno siamo già messi bene“. Anche perchè i due nomi che si fanno, cioè quelli di Honda e Ljajic sono quelli di due buoni giocatori, non di due campioni che spostano gli equilibri. Questi ultimi non possono arrivare. Io non mi aspetto e non pretendo il famoso “regalino”, so perfettamente che se non passiamo il playoff non può arrivare proprio nessuno. E, leggendo i nomi delle cinque avversarie, il passaggio non è affatto scontato. Purtroppo. Contro Real Sociedad, Fenerbahce e Psv possiamo uscire davvero. Speriamo di pescare Pacos Ferreira o Metalist, ma anche qui non c’è nulla di scontato.
Ecco credo che i tifosi del Milan dovrebbero ricominciare a non dare piú nulla per scontato e apprezzare invece quello che viene. Passare questo playoff sarebbe davvero una vittoria da festeggiare. A come festeggiarla poi ci penseranno Berlusconi e Galliani, come da 27 anni a questa parte. Fidiamoci, il mercato è pieno di incognite e occasioni. Guardate per esempio l’ultima venuta fuori, cioè la svendita di Eto’o da parte dell’Anzhi. Per lui potremmo fare uno strappo anche al “progetto giovani” così il milanista del lungomare sará contento.