Tornando sulle offerte di mercato nei suoi confronti: “Io sono sempre stato convinto di rimanere. Abbiamo parlato con Galliani e abbiamo deciso di continuare il percorso insieme. Era una decisione di tutti e due, semplice da prendere. In quel momento avrei detto no a chiunque, offerte concrete non ce n’erano, quindi non mi sono posto il problema”.
Sull’Audi Cup: “Sono uscito fra gli applausi della gente… Ero contento, anche se ovviamente in quella occasione restava l’amarezza per la partita persa con il Manchester City. Però sono stati gol importantissimi per il morale. Voglio ricominciare bene, meglio di come ho finito, e spero di restare al Milan a lungo”.
Un finale di stagione da dimenticare: “In Nazionale Prandelli aveva visto che non ero a posto, ero in un momento di calo psicofisico, non voleva mettermi altre pressioni addosso. È stato tutto molto naturale. Passare da essere capocannoniere a non fare più gol invece è stato difficile, ma è passato. Non ero nemmeno preoccupato. Sono sempre rimasto sereno. Siamo stati contentissimi per il terzo posto raggiunto, il gol per me non contava più di tanto. I motivi del calo? Il ginocchio ogni tanto fa male ma lo gestiamo bene, Balotelli è un amico, io non mi sono montato la testa. Quanto ai difensori avversari, è chiaro che dopo 16 gol hanno imparato un po’ a conoscerti. E quindi ci stava che Allegri mi chiedesse e mi chieda di cambiare un po’ il mio modo di giocare. In ogni caso devo ringraziare i consigli e l’appoggio incondizionato della mia famiglia, importantissima per il mio equilibrio”.
Ancora sul rapporto con Balotelli: “Mario è sempre stato un amico più che un compagno di squadra. Mi è sempre stato vicino e io non ho mai dato ascolto alle chiacchiere che si facevano sulle mie difficoltà legate alla sua presenza. Ho sempre pensato a far bene con lui come senza di lui, e lui mi ha sempre dato fiducia. Come tutti i compagni e la società , e questo appoggio mi è servito tanto”. Mentre su Niang: “Ha già dimostrato di essere all’altezza della Serie A, ma gli serve tempo. Io credo che Mbaye possa dare moltissimo al Milan. Nel mio primo vero anno al Milan ho imparato che le cose cambiano in fretta nel calcio e bisogna stare sempre con i piedi per terra. Non esaltarsi qu ando va tutto bene e non deprimersi quando passi dalle stelle alle stalle”.
“Io dico – continua spavaldo – che siamo già competitivi così. Siamo un gruppo unito, che sa superare le difficoltà , nella stagione passata avevamo un obiettivo e lo abbiamo raggiunto. Poi, se arriverà qualcuno tanto meglio.Â
“Il Mondiale? Ci penserò fra un bel po’. Ora penso al playoff di Champions, la partita più importante della nostra stagione”.
Infine chiusura sul rapporto con Allegri e Berlusconi: “Non abbiamo mai avuto un problema. Prima della partita con il Napoli mi ha chiamato e mi ha spiegato le sue idee. Io ho accettato le sue decisioni, così come mi adeguerò al cambio di modulo. Non ci siamo mai scontrati e non mi sono mai sentito deluso. Ero consapevole che non ero lo stesso El Shaarawy del girone d’andata. Diciamo che poi Berlusconi si è un po’ stranito, ma si trattava soltanto di una partita… È stato fatto tanto caos che non andava fatto intorno a quelle scelte di Allegri. E poi al posto mio contro il Napoli ha giocato Robinho, mica uno qualsiasi…No, io sono sempre rimasto tranquillo. Sto bene qui. E voglio ritornare ad essere completamente quello che ero qualche tempo fa”.