De Jong, quando un muro davanti alla difesa diventa imprescindibile

De JongSalutato, nella scorsa sessione del mercato estivo, come un arrivo non indispensabile, quasi superfluo, e comunque mai in grado di “riparare”, nei cuori rossoneri, gli addii eccellenti, viste anche le non formidabili doti di regista basso, l’età non più giovanissima e una forte propensione a ricevere cartellini, Nigel De Jong ha dimostrato, sia nelle poche partite giocate la passata stagione, causa infortunio, che in questi preliminari, di essere uno degli elementi più indispensabili per il funzionamento dello scacchiere tattico di Allegri.

Soprattutto la fase difensiva non può prescindere dalle grandi doti di interditore dell’Olandese. Se lo scorso anno la presenza del numero 34 non ha potuto impedire i numerosi gol incassati sulle palle alte e inattive (del resto non è compito del mediano occuparsi di questi particolari), in questo inizio stagione la sua assenza è già pesata parecchio. Sia all’andata che al ritorno dei preliminari, infatti, la difesa ha mostrato una solidità e una sicurezza non certamente da grande squadra, ma indubbiamente di gran lunga maggiore rispetto alla trasferta di Verona, per la quale De Jong non era stato convocato.

Nell’intera rosa milanista, del resto, non è presente alcun elemento con le caratteristiche dell’Olandese, in grado di fare da diga a centrocampo contro le scorribande degli avversari che, il più delle volte, si trovano costretti ad allargare il gioco. Prova ne siano i nove palloni sradicati dalle gambe dei suoi connazionali ieri sera e il fatto che i gol dell’Hellas sono sì venuti da cross laterali, ma che la squadra di Mandorlini ha creato le maggiori difficoltà attraverso le percussioni centrali. Cosa che, con un De Jong in campo, viene drasticamente limitata.

Abbiamo detto più volte sul nostro sito dell’incapacità del Milan di adeguarsi alla perfezione a un calcio che si è evoluto notevolmente, soprattutto dal punto di vista fisico. Ebbene, De Jong rappresenta una sottovalutata eccezione. Interditore moderno dal grande senso della posizione, non è molto dotato tecnicamente, ma dispone di una prepotenza atletica e fisica che gli permette di giganteggiare nella zona nevralgica del campo anche in inferiorità numerica. Non avrà un gran senso del gol, ma non è quello che gli si chiede. Il suo compito è quello di coprire la zona nevralgica del campo e l’Olandese, con la sua preponderanza fisica, il suo senso tattico e un importantissimo bagaglio di esperienza internazionale, svolge alla perfezione quel ruolo. Per tale motivo, spesso e volentieri, la difesa non può che ringraziare.

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