E adesso? Che cosa succederà al Milan dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi nel procedimento Mediaset? In tanti se lo chiedono. E in tanti possono darsi la risposta più ovvia: in questo momento la squadra non è senz’altro una priorità nella testa del Cavaliere.
Già, il quadro non è proprio roseo per chi sperava di ritrovare prima o poi un Berlusconi più concentrato sul Milan, anche dal punto di vista finanziario. Per Adriano Galliani, quindi, scoccherà nuovamente l’ora delle responsabilità, con un surplus di carico sulle spalle per traghettare società e squadra verso gli obiettivi prefissati (Champions League in testa) nel mezzo di un magma che bolle. E’ probabile che i rubinetti della proprietà si chiuderanno ulteriomente e l’amministratore delegato dovrà lavorare di creatività per far quadrare i bilanci e presentare ai tifosi una squadra in grado di competere.
Ci sono gesti, però, che vanno al di là delle difficoltà, anche gravi. E che non passano inosservati. Il messaggio postato ieri sul sito ufficiale del Milan, in solidarietà al Cavaliere, parlava chiaro: “Sono ventisette anni che la vita dei Milanisti è tutta da vivere e da raccontare. Grazie e solo grazie a Silvio Berlusconi. Oggi come sempre, oggi più che mai: i Milanisti sono al fianco del presidente Berlusconi. Quante volte è stato lui a dare la carica alla creatura che ama di più. Questa volta, se serve, saranno il Milan e i Milanisti a ricambiare. Oggi quindi non solo grazie Presidente ma soprattutto, forza Presidente!”. E non è un caso che sia stato inserito nella sezione delle news dedicate alla Prima Squadra, quasi a voler sottolineare ulteriomente una presa di posizione di giocatori, allenatore e staff tecnico. Insomma, tutti avvertono la delicatezza del momento. Ma guai a trasformarlo in un alibi. Anche perchè il Milan è andato, va e andrà avanti comunque, al di là della magistratura e delle vicissitudini giudiziarie di Silvio Berlusconi che, tra l’altro, non è nemmeno il primo proprietario rossonero ad aver avuto problemi di questa natura (vedi le gravi vicende di Andrea Rizzoli e Albino Buticchi, le squalifiche sportive di Franco Carraro, Felice Colombo e Giuseppe Farina, e la condanna di Felice Riva).
Attenzione, però, al colpo di scena. Berlusconi ci ha abituati spesso a cambiare tutto con un gesto, qualche parola, un’immagine. E spesso il Milan è stato anche veicolo di comunicazione per costruire fortune politiche e personali. Chissà che non succeda nuovamente.