Del liberiano Ayala come fossero diverse caratteristiche a renderlo unico: “Era impressionante, univa fantasia e potenza. Era una combinazione che lo rendeva davvero ammirevole. Per fortuna non ho mai dovuto affrontarlo da avversario: non ricordo nessuno con il suo dribbling, faceva cose da fuori classifica”.
Di Sheva, invece, era l’istinto del goal a colpire: “Era un killer, vedeva solo la porta. Certo, era anche dotato da un punto di vista tecnico, ma erano la sua fame e la sua concretezza sotto rete a dar fastidio. Era giovane, ma già allora aveva dimostrato quel che ha fatto vedere poi”.
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