L’urna di Nyon ha emesso il proprio responso: in occasione dei playoff di Champions League, il Milan si scontrerà con il PSV Eindhoven (andata al Philips Stadion il 20 agosto e ritorno a San Siro otto giorni dopo). Gli olandesi, allenati da Cocu, si presentano allo scontro dopo aver raggiunto il secondo posto nella scorsa Eredivisie e dopo essersi sbarazzati dello Zulte Waregem. I Contadini sono partiti con il piede giusto anche nel campionato appena cominciato. Campionato in cui, alla vigilia della prima sfida contro il Milan, avranno già disputato tre partite. Il PSV risulta una compagine ostica che, pur avendo ceduto elementi del calibro di Strootman, Lens e Mertens, può contare su giovani in grado di esplodere da un momento all’altro.
Il modulo con cui Cocu è solito schierare i suoi ragazzi è il 4-3-3. L’aspetto centrale dello schema degli olandesi è costituito dal gioco sulle fasce. Terzini in possesso di velocità si sovrappongono con regolarità a esterni d’attacco tecnici e abili nel dribbling, ma allo stesso tempo inclini al ripiegamento, che alternano azioni personali a cross e passanti mirati a innescare Tim Matavz. Già, Tim Matavz. E’ lui, centravanti in possesso di fiuto del gol e potenza, il punto di riferimento dei nostri avversari. Ma il Milan si trova nelle condizioni di arginare l’offensiva olandese.
Il PSV ha un buon gioco d’attacco, supportato dai difensori laterali e dagli inserimenti degli interni di centrocampo, che però non è nemmeno paragonabile al nostro o a quello delle grandi del calcio europeo. Per incidere, le punte di Cocu necessitano di spazi. Quando incontrano squadre quadrate e compatte, trovano difficoltà nell’esprimere la loro filosofia. Arriviamo adesso alla linea mediana. Come già accennato, gli interni tentano spesso di creare gioco e di effettuare incursioni. Peccato che difettino in fisicità: sul lungo andare, malgrado presentino dinamismo, dimostrano problemi nei contrasti e nella fase di copertura. Di conseguenza, la difesa è esposta a rischi che spesso si tramutano in gol subiti. Ciò non accade perché i centrali di difesa siano scadenti, tutt’altro, ma in quanto capita che non vengano protetti a dovere.
I terzini spingono ma rientrano poco e i centrocampisti, a meno che non incontrino dirimpettai inferiori dal punto di vista tecnico-tattico, faticano a impossessarsi della linea mediana. In questo modo, la coppia arretrata rischia di essere mandata allo sbaraglio e di pagare alcuni errori dovuti alla giovane età (Rekik e Brouma, difensori centrali titolari, hanno rispettivamente 20 e 22 anni). Ecco allora che il Milan, ammesso che giochi come deve, può passare il turno. Per farcela, servono due partite di livello. Ma per lo meno sulla carta, siamo i favoriti. Non ci resta che mantenere il pronostico.