C’è chi lo definisce il “grande saggio di Milanello”. Non fosse altro per l’esperienza che ha accumulato in casa rossonera. Eppure Christian Abbiati resta sempre il ragazzo posato di poche parole che abbiamo conosciuto fin dai tempi dello scudetto dell’annata 98/99. Le idee, però, sono chiarissime: “Le regole della stagione? Tornare a vincere qualcosa d’importante, per noi stessi, la società e i nostri tifosi“, spiega il portiere in un’intervista al Corriere dello Sport.
“Dobbiamo cercare più regolarità nei risultati, la continuità di rendimento è fondamentale per vincere lo scudetto“, ha aggiunto l’estremo difensore del Milan, che avverte: “Il fallimento dell’accesso al girone di qualificazione della Champions League rappresenterebbe un danno incredibile, sotto tutti i punti di vista. Non possiamo farci fermare dal PSV Eindhoven. La qualificazione è alla nostra portata. Non riuscirei proprio a vedere e sopportare il Milan fuori dalla Champions League”.
Quindi sulle possibilità di questo Milan: “Rispetto all’anno scorso siamo avanti, sotto tutti i punti di vista. Ad eccezione dei primi 33′ della sfida contro il Manchester City, abbiamo sempre fatto bene. Abbiamo vinto partite importanti. Balotelli? Quando è arrivato qui al Milan a gennaio ha portato entusiasmo e, soprattutto, con i suoi gol ci ha portato al terzo posto”.
Capitolo fascia di capitano a Riccardo Montolivo: “La fascia è sicuramente in buone mani. Lo ammetto: ci tenevo, tutti la vogliono indossare, è un grande onore. Io ormai ho 36 anni, sono giunto quasi al termine della mia carriera… Riccardo molti meno, è giusto così”. E ancora: “Galliani dice che mi sono garantito l’assicurazione sulla vita. Ho un ottimo rapporto con la società. Quando mi ha proposto in aprile il rinnovo non ho avuto alcuna esitazione”.
Poi Abbiati svela la “regola” per resistere tanto tempo in una sola squadra: “Andare a fare magari un’esperienza all’estero e poi tornare. Io all’Atletico Madid sono stato benissimo. Ma quando sono rientrato al Milan stavo ancora meglio”. E su Massimiliano Allegri: “Io dico che in tre anni il nostro tecnico ha fatto molto bene. Anche un anno fa, dopo una partenza disastrosa, ha portato a termine un’ottima stagione. Sapevo che sarebbe rimasto”.
Tasto dolente: i gol su calci piazzati. Il portiere lo sa bene: “Sicuramente si tratta di un aspetto da migliorare, ma non ne farei un dramma”. Poi una domanda su un milanista mai passato di moda e che farebbe comodo anche ora: “Shevchenko, mi ha impressionato il primo anno che arrivò. Si è inserito subito benissimo e anche come persona non si poteva discutere“. E quindi un tabù da sfatare: “Vincere il derby, ne abbiamo persi tre degli ultimi quattro con un pareggio. Bisogna tornare a vincere. E’ una sfida bellissima, brucia da matti perderla. Compensa un po’ un certo malumore che in quest’ultimo periodo siamo stati davanti noi in classifica”.
Infine sulla nuova Serie A: “Higuain, Tevez e Gomez sono sicuramente campioni che rilanciano il campionato. Se gli stranieri sono di qualità ben vengano sicuramente. Metterei un “tetto” per quanto riguarda la panchina. Un minimo di italinità va garantita. Portieri? Alcuni giovani sono molto bravi. Poi è chiaro che, ad esempio, parare a San Siro è un’altra cosa, diventa tutto più difficile”.