Tuttavia, negli ultimissimi tempi, questa tendenza è stata messa in discussione da rotture di alcuni rapporti che potevano certamente essere gestite meglio dal club. Vedesi quella con Leonardo dopo oltre un decennio di collaborazione, ma soprattutto quella con gli ultimi due capitani di lungo corso, Maldini e Ambrosini. Se con Maldini lo strappo pian piano sembra si stia ricucendo, le ultime vicende che hanno riguardato l’ex numero 23 hanno gettato ombre sul classico modo di pensare della società.
Ombre spazzate via dalle scelte effettuate dalla dirigenza in merito alla guida del settore giovanile. Infatti, un grandissimo ex rossonero, Filippo Inzaghi, dopo aver disputato un eccellente stagione alla guida degli Allievi Nazionali, è stato chiamato, e Galliani in questo ha mantenuto la sua promessa, ad allenare la Primavera 2013/2014. Un’investitura importante per uno degli uomini più amati della recente storia milanista, il cui obiettivo prefissato è quello di giungere un giorno a guidare la prima squadra.
Un altro ex, che ha trovato spazi importanti quando a guidare il Diavolo era Ancelotti e che sembrava essersi allontanato dai rossoneri dopo il suo passaggio alla Lazio, è stato invece chiamato alla guida degli Allievi di I e II Divisione. A dimostrazione che il Milan non dimentica chi ha onorato la maglia. Parliamo di Christian Brocchi, in rossonero dal 2001 al 2008, che ha risposto con grandissimo entusiasmo alla chiamata del club di via Turati per la sua prima esperienza da allenatore.
“Torno in un posto che conosco come le mie tasche – ha detto Brocchi nell’intervista rilasciata a «Forza Milan» – Mi ha sorpreso il modo in cui sono stato chiamato perché a chiedermelo è stato il dottor Galliani in persona: ciò mi ha fatto un piacere enorme, poiché è stata l’ennesima conferma di quanto ho sempre detto sulla società ovvero che i successi si costruiscono su fondamenta solide, basate sui rapporti umani”.
Insomma, una nuova idea di struttura giovanile, improntata sul modello Barcellona, che il Milan sta adottando in maniera drastica e radicale, con l’obiettivo di portare sempre più giovani “fatti in casa” in prima squadra, affidandoli a tecnici che siano anch’essi giovani e che conoscano alla perfezione l’ambiente Milan. L’obiettivo è quello di uniformare lo stile di gioco e i metodi di allenamento di tutte le squadre giovanili rossonere, da amalgamare con quelli della prima squadra. Insomma, concepire e interpretare il Milan con un vero e proprio organismo unico che parte dalla prima e squadra e scende in tutte le diverse fasce d’età, confermando, ancor di più, il concetto di club come una vera e propria famiglia allargata, per far sì che i calciatori che ne verranno fuori siano in toto giocatori da Milan.
Lo ha confermato lo stesso Brocchi: “Bisogna seguire i dettami della prima squadra: portare avanti un progetto con l’obiettivo principale di formare dei giocatori che un giorno potranno essere i futuri campioni del Milan”. Un progetto che sembra sulla buona strada, se si considera che già da questa stagione si vedrà il cosiddetto ricambio generazionale, con l’inserimento in prima squadra di due classe ’95: Andrea Petagna e Bryan Cristante. Insomma, le basi sono state poste, con l’obiettivo di vedere in futuro un Milan sempre più giovane e vincente, un Milan che sia più che mai una famiglia!
This post was last modified on 20 Luglio 2013 - 15:05