Al via un’altra stagione di sofferenza e passione. Poli e Honda colpi “da raduno”. El Shaarawy non è ancora al sicuro

D. Mariani (vicedirettore SpazioMilan.it)
D. Mariani (vicedirettore SpazioMilan.it)

Ci siamo, Milanello è pronto: la nuova stagione del Milan 2013/2014 al via. Da lunedì finiranno le vacanze solo per pochi rossoneri, i reduci dall’Europeo Under-21, dal Mondiale Under-20 e dalla Confederations Cup, più qualche infortunato (che sarà presente al ritiro ma senza aver ancora recuperato), invece, torneranno a disposizione nelle prossime settimane. A guidare la squadra ci sarà ancora Allegri per il quarto anno consecutivo, quasi un miracolo per come si erano messe le cose alla fine del campionato scorso, mentre la rosa si preannuncia più ridotta, l’intenzione è di arrivare a 25 calciatori complessivi, ma senza troppi “nuovi”. Il mercato è appena cominciato ufficialmente ma ci sta tenendo compagnia da qualche mese, senza dimenticare che da quest’anno scadrà il 2 settembre. Prolungamento che deve preoccupare soprattutto El Shaarawy, che martedì scorso ha incassato un’importante conferma ma senza una sicurezza assoluta: da qui in avanti arriveranno le prime offerte ufficiali per il Faraone ed il Diavolo si siederà a valutarle. La cessione non è impossibile, anzi, a certe cifre, sopra i 30 milioni di euro, è ancora destinato a partire.

E ci sarà da soffrire, perché strategie e trattative fino adesso sono state confuse e poco chiare per il Milan. Tanti nomi, cessioni rimandate ed acquisti che non sembrano mai essere così concreti. Ma Galliani ci ha spesso e volentieri abituati bene e va aspettato con fiducia, anche se nel recente passato ha commesso passi falsi inaspettati e deludenti: l’addio senza rispetto ad Ambrosini e la successiva conferenza del Capitano, solo ed abbandonato (la Fiorentina è un buonissima piazza, non lo considero un tradimento anche se forse un’esperienza all’estero sarebbe stata più interessante), la beffa Tevez, il saluto senza ringraziamenti doverosi per Yepes, leader silenzioso ed elemento prezioso dall’inizio alla fine (peccato non sia arrivato qualche anno prima). Sono solo alcuni esempi, ma chiarissimi e spiacevoli.

Discorso opposto invece per il mancato rinnovo di Flamini: il francese, arrivato nel 2008 ed “omaggiato” con un ingaggio da 4,5 milioni di euro, l’anno scorso è stato costretto a rimanere per mancanza di offerte, ma sarebbe già lontano se parliamo solamente di soldi. Denaro che ha dimostrato di volere più del pallone. E’ passato da 4,5 ad 1,8 mln di euro all’anno, una brusca frenata senza dubbio, e quest’anno ha rilanciato a sorpresa chiedendo un triennale da 3 milioni: il Milan, riconoscente, era disposto ad arrivare ad un biennale da poco più di 2 milioni. I rossoneri hanno fatto uno sforzo, Flamini chiedeva un miracolo impossibile da mettere in atto. Addio inevitabile, anche se sarebbe servito ancora. Peccato.

Nella scorsa settimana ci sono stati due movimenti in entrata: Poli ed Honda. L’ex centrocampista della Sampdoria piace, è bravo e nella Serie A può fare la differenza. Arriva come possibile titolare, ma più per mancanza di alternative valide: l’averlo preso in compartecipazione non soddisfa a pieno, così sembra una scommessa quando meritava di essere definito una new entry al 100%. Il trequartista giapponese del CSKA, infine, è ad un passo: un colpo significativo ed interessante, anche in chiave marketing, che non aspetterà gennaio per sbarcare a Milano. La cessione di Robinho (a giorni l’annuncio), infatti, porterà il Milan a sborsare un capitale economico necessario, sui 7-8 mln,  per non aspettare gennaio 2014. E’ da scoprire, ma l’investimento è ok. Entrambi sono arrivi “da raduno”, che i rossoneri hanno preso proprio per accendere entusiasmo nei tifosi, e dovranno contribuire agli obiettivi dell’anno prossimo: vittoria dei preliminari di Champions, battaglia per almeno il terzo posto in Italia e provare ad arrivare ai quarti di finale nell’Europa che conta.

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