Intervisto da it.eurosport.yahoo.com ha rivelato qualche segreto del suo mestiere: “Al Milan ebbi prima la funzione di osservatore per le gare della Champions, cioè seguivo le squadre che giocavano nel girone del Milan o che il Milan avrebbe potuto affrontare, tanto in coppa quanto nei loro campionati nazionali. Dopo questa fase mi spostarono a seguire specifici calciatori: il Milan mi inviava in giro per il mondo a visionarne di noti e di meno noti. Per esempio, fui uno dei primi a seguire David Trezeguet al Monaco e Nicolas Anelka nell’under 20 francese, o Juninho Pernambucano in Brasile, Serginho che poi arrivò al Milan e Cafu che era conosciuto ma non ancora il Cafu che poi diventò, e che mi sembra io seguissi nel Palmeiras“.
Qualche giocatore consigliato dall’allora osservatore fu acquistato dal Milan ma Morales ha un rammarico: “Dei giocatori che visionai, il Milan qualcuno poi lo acquistò, come Serginho e Cafu. Juninho Pernambucano non fu ritenuto pronto perché troppo giovane, e poi non bisogna dimenticare che era l’epoca dei tre stranieri, e che vi erano restrizioni per il loro tesseramento“. Morales considera basilare per ogni allenatore lavorare come osservatore: “La valutazione di un giocatore adesso mi risulta molto semplice, in allenamento mi basta vederlo una o due volte per inquadrarlo piuttosto precisamente, e questo a causa del lavoro di osservatore. Il confronto con allenatori come prima Oscar Tabarez, poi Sacchi e Capello, e con un dirigente davvero molto competente come Braida mi ha fatto crescere tantissimo. Le loro osservazioni e critiche sono state molto importanti: fu un’esperienza molto formativa, e consiglierei a qualsiasi tecnico, nel momento in cui non allena, di lavorare come osservatore“.
This post was last modified on 25 Luglio 2013 - 18:17