Dalla nuova avventura a Palermo, al passaggio obbligato dal ruolo di calciatore a quello di allenatore, dagli obiettivi di oggi, a quelli di domani. Dal Milan…al Milan, magari un giorno, magari neppure troppo lontano. Gennaro Gattuso ha affidato alle pagine de La Repubblica, con una lunga intervista, le emozioni e i pensieri della sua nuova vita, a cominciare dalle prime sensazioni: “Non mi manca essere calciatore, trovo nel nuovo lavoro la stessa adrenalina e la stessa passione che avevo quando giocavo. Quella di diventare allenatore è una convinzione maturata nel tempo, da giovane non ci pensi. Anzi, pensi che sai guadagnando bene, che metterai da parte i soldi e che quando smetterai farai la bella vita. E invece diventi adulto, padre di faiglia e prendi altre decisioni. Economicamente non ne avrei avuto bisogno, ma quando il cuore continua a pomparti calcio nelle vene capisci che questo ti fa sentire vivo”.
Sui suoi modelli di allenatore: “Non c’è uno più bravo di un altro. Certamente prendo spunto da quelli che ho avuto e ai quali ho cercato di rubare qualche segreto. In particolare mi piacciono Lippi e Ancelotti“.
Le chiamate ricevute in questi giorni…“Mi hanno chiamato in tanti. Da Allegri ad Ancelotti. Ho un buon rapporto con tutti. Credo che, quando nella vita hai fatto il tuo lavoro con passione, il rispetto non viene mai meno”.
Sulla Juve: “Penso sia ancora la favorita per lo scudetto. È la squadra che ha stravinto gli ultimi due campionati e adesso si è anche rafforzata. Ha tutte le componenti per vincerlo”.
Su un suo possibile futuro al Milan: “Sarei ipocrita se non dicessi che questo è il mio obiettivo e se non dicessi che un giorno vorrei allenare il Mlan. Al momento però ho tanto lavoro da fare per arrivare a quella panchina. Oggi come oggi non ci penso. La strada é lunga e per completare questo puzzle mancano ancora tanti tasselli. Quando si parlava di Seedorf al Milan avevo la consapevolezza di non essere pronto per affrontare un’esperienza che era più grande di me. Alla prima squadra si arriva attraverso passaggi obbligati che ti aiutano a maturare e a gestire i grandi giocatori”.
Infine, tanto Palermo. Dal rapporto con Zamparini al sistema di gioco che adotterà per riportare i rosanero in Serie A: “Con Zamparini invece c’è un grande rapporto. Ci sentiamo tutti i giorni. Ci confrontiamo. Ho la certezza che i risultati mi daranno una lunga vita professionale con lui. E poi non ho tempo di pensare agli esoneri. Devo pensare a vincere la serie B dove tutti gli avversari ci aspettano al varco. Questa è la mia sfida. Voglio un calcio dove bisogna pedalare. Dove non bisogna pensare solo a difendere, ma creare palle gol e mettere sotto pressione gli avversari. Adesso ho adottato questo modulo, ma non aspettatevi che giochi solo e sempre così”.