Col mercato in subbuglio per il continuo tira e molla del Santos su Robinho, le entrate che latitano per una mancanza di cassa che pesa sulle abilità di Adriano Galliani, il Milan sta cercando la concentrazione e la quadratura di un nuovo cerchio al via di questo ritiro estivo che parte con un Poli e un Saponara in più e pochi giocatori rispetto al dovuto in meno. Del Milan che sta per nascere ne abbiamo parlato, in esclusiva per SpazioMilan.it, con Fabio Ravezzani, direttore responsabile del gruppo Mediapason.
Cominciamo con l’affare più bollente di questo mercato rossonero: qual è la situazione di Robinho e chi può esserne il sostituto ideale.
“Su Robinho c’è un gioco al ribasso dal Brasile. Tutti dicono che è chiusa ma in realtà è solo questione di tempo. Lui vuole andarsene, il Milan lo vuole vendere e l’affare alla fine si farà. Come sostituto si sta parlando sempre più di Ljajic ma io venderei Binho senza poi andare a spendere inutilmente. Il Milan, si sa, deve risparmiare e per questo io terrei El Shaarawy, Balotelli e Pazzini con Niang prima riserva; Boateng potrebbe anche rientrare nei piani ma farebbe di sicuro la riserva. Da sottolineare è che l’emergenza vera in questo Milan è la difesa non l’attacco: perché quando si costruisce una casa non si parte certamente dal tetto, ma dalle fondamenta”.
Quindi qual è il nome del difensore su cui il Milan dovrebbe puntare?
“Vergara non può essere considerato già un punto di forza del reparto difensivo, quindi se fossi in Galliani opterei su una mossa simile a quella dell’Inter con Dragovic: assicurarmi un difensore che abbia più o meno 22 anni e con un’esperienza internazionale già formata. Anche perché i quattro centrali del Milan non mi sembrano all’altezza dei quattro là davanti: Mexes potrebbe anche salvarsi, ma Vergara per la giovane età, Bonera per i pochi minuti in cui riesce esprimersi a buoni livelli e Zapata per le sue continue disattenzioni, non si possono paragonare con la caratura degli attaccanti rossoneri”.
In difesa potrebbe partire qualcuno?
“Abate è molto appetito all’estero, soprattutto in Inghilterra. Il Milan potrebbe lasciarlo andare per una cifra attorno ai 10 milioni di euro anche perché il terzino è un giocatore molto visibile all’estero e le sue qualità e le sue doti sono facilmente rimpiazzabili. Avere già in rosa gente come De Sciglio, Constant e Antonini ti permette di lasciar partire Abate”.
Sulla base degli uomini che stanno andando a comporre la rosa, si punterà sul 4-3-1-2 caro ad Allegri o si resterà sul 4-3-3?
“Il Milan migliore si è visto col 4-3-3 senza dubbio. Io metterei Pazzini al centro dell’attacco con Balotelli ed El Shaarawy ai suoi lati, e Niang come riserva capace di ricoprire tutti e tre i ruoli, con la speranza che cominci a segnare. Non vedo un Milan col trequartista perché il Milan non ha ancora un giocatore di livello che potrebbe fare quel ruolo: potrebbe essere Robinho ma sicuramente non farà parte della rosa della prossima stagione. Ci sarebbe Saponara ma la vedo dura che si costruisca una squadra su un giovane che viene dalla Serie B: a Empoli ha fatto sicuramente bene, ma al Milan è tutta un’altra storia. Lasciamolo crescere”.
Passiamo alle sfere più alte: le vicende giudiziarie e politiche che stanno imperversando sul presidente Silvio Berlusconi influiranno sul suo attaccamento ai colori rossoneri e sull’attuale mercato?
“Non credo proprio. Berlusconi ha già avuto tantissimi altri problemi del genere che ormai ci è abituato”.
Quindi non farà spazio ad imprenditori stranieri?
“Se ci sia qualcuno intenzionato a rilevare il Milan è tutto da vedere. Io sono favorevole all’introduzione di capitali stranieri nelle società italiane, vista la condizione economica in cui si trovano molte delle famiglie più ricche del paese. Se qualcuno dovesse arrivare penso possa provenire più dalla Russia, visti i rapporti di Berlusconi, che dagli Emirati Arabi o dal Sud-Est asiatico”.