Quello visto al Trofeo TIM contro la Juventus è un Nigel De Jong completamente nuovo. Come se la sua crescita progressiva, iniziata a novembre ed aumentata nel mese di dicembre, non si fosse mai fermata. Come se l’infortunio (rottura del tendine d’Achille in Torino-Milan) non ci sia mai stato. Anzi, proprio quel lungo e doloroso stop lo ha reso più forte, consapevole dei propri mezzi e con una voglia matta e contagiosa di recuperare il prima possibile il tempo perso, ma non sprecato. Perché De Jong ha rispettato alla lettera diritti e doveri medici pur di non rischiare ricadute, lavorando seriamente ma in piena calma a Milanello. E adesso è pronto a prendersi il centrocampo rossonero.
Senza una tecnica eccellente e qualità giuste per impostare la manovra, si è anche preso la responsabilità di dettare i tempi di gioco, senza paura e con grande tranquillità. In prospettiva campionato e Champions, quando le cose diventeranno più delicate e serviranno conferme più importanti, De Jong pare essenziale, imprescindibile. Un giocatore che serve e che Allegri apprezza particolarmente: un punto di riferimento ritrovato e migliorato.
Ieri contro i bianconeri è stato protagonista di 45 minuti impeccabili: è stato sicuramente il top in campo, non solo nelle fila del Milan ma anche della partita in generale. Non a caso è arrivato il premio di migliore calciatore del Torneo. Instancabile, ovunque, preciso: De Jong ha convinto, anche se si trattava “solo” di un’amichevole. Ma c’era la Juventus di fronte, soprattutto tanta attesa nei suoi confronti e Nigel non ha fallito. Serio e deciso, caparbio e quasi isolato nella mediana rossonera: sostanzialmente ha fatto reparto da solo. Una prestazione piacevole ed incoraggiante, impreziosita da un bellissimo rigore servito, nella lotteria finale, per battere meritatamente la squadra di Conte. De Jong è una certezza e il Milan dà buoni segnali di esserci, specie fisicamente.