Ernesto Bronzetti è l’agente FIFA dei grandi colpi, delle maxi-operazioni, dei trasferimenti più importanti. Nelle trattative più clamorose e serie la sua presenza è quasi scontata: intelligente, capace e mago dei dettagli, così è diventato la spalla ideale per qualsiasi dirigente internazionale sul mercato. Lo sa bene Galliani, che lo frequenta da anni e lo sente spesso e volentieri, lo sa bene il Milan che può vantare di aver acquistato grandi giocatori in passato anche grazie al suo essenziale lavoro di intermediazione. Vedi Ronaldinho in passato, come Honda adesso. Bronzetti, intervistato stamane dal Corriere dello Sport, ha parlato di diverse situazioni legate ai rossoneri, svelando curiosi retroscena.
“Allegri vicino alla Roma? E’ bravo, sarebbe stato l’ideale. Allegri è stato ad un passo dalla Roma. E anche dal Napoli. Ma al Milan c’è un grande dirigente che riesce a risolvere i problemi. Se Allegri è rimasto è merito di Galliani. Mercato Milan? Farà qualcosa di importante. Galliani tira sempre fuori dal cilindro una sorpresa. Aspettatevi qualche colpo. Anche se non ha i mezzi di un tempo, ha tanta fantasia“.
Infine, una dura ma quanto mai veritiera parentesi sul calcio italiano: “Dovremo ricordare cos’era il calcio italiano negli anni passati. Il campionato italiano era la mecca del calcio. Noi siamo rimasti a vent’anni fa. Siamo rimasti con la legge sugli stadi nel cassetto, gli impianti obsoleti, le tribune vuote. I grandi investitori in Italia non mettono piede, gli unici sono gli americani che sono arrivati a Roma. Ma non so che investitori sono, se la Roma sta cedendo Marquinhos e cerca acquirenti anche per De Rossi. Se vendono che investitori sono? Da noi gli stranieri non vengono, non offriamo niente, in Italia dovrebbero venire a comprare solo il titolo sportivo. Avevo un contatto con uno sceicco che voleva comprare il Bologna, sei anni fa. E’ scappato, in Italia gli offriamo solo tasse. Il problema dell’Italia è la burocrazia. Non so cosa sia successo, certe scelte non hanno funzionato, come quella di Luis Enrique: non poteva fare calcio in Italia”.