Il nostro pagellone prosegue con il membro più giovane della rosa milanista, ovvero M’BAYE NIANG, del quale analizzeremo il momento “top” e quello “flop” nella sua prima stagione all’ombra della Madonnina. Nato il diciannove dicembre 1994 nella cittadina di Meulan-en-Yvelines, nel nord della Francia, Niang è stato il “colpo di coda” della campagna acquisti estiva rossonera, visto che fu ufficializzato a soli due giorni dalla chiusura del mercato. Attaccante proveniente dai francesi del Caen, dove il suo allenatore ebbe modo di dire “in questo club non abbiamo mai visto un calciatore come lui”, col suo acquisto Galliani spiazzò un po’ tutti, portando a Milanello un calciatore sicuramente poco noto al di là delle Alpi e dei Pirenei, sebbene fosse stato inserito dal settimanale spagnolo Don Balòn nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1991. Nell’annata da un mese conclusasi, il franco-senegalese ha disputato venti partite in campionato, due in Coppa Italia e altrettante in Champions League, con una sola rete all’attivo, nel match di Coppa contro la Reggina a San Siro. Prima parte di stagione praticamente in naftalina per lui, con zero presenze fino a dicembre, anche per alcuni comportamenti fuori-campo che poco fecero storcere il naso a Galliani ed alla dirigenza rossonera. Poi, con l’avvento del 2013, le cose sono cambiate: testa messa a posto e con questa molte presenze, anche da titolare (principalmente nel trimestre gennaio-marzo), nel ruolo di esterno destro del tridente offensivo e la ricerca spasmodica di un gol in Campionato, che, nonostante le ottime intenzioni, non è arrivato, lasciando che l’unico timbro stagionale rimanesse quello contro i calabresi.
MOMENTO FLOP Quella notte al Camp Nou avrebbe potuto essere da favola, una di quelle notti che ti consegnano alle leggende e agli almanacchi del calcio. Se solo… quel tiro a tu per tu con Victor Valdes fosse finito qualche centimetro più a sinistra, invece di infrangersi sul palo, insieme a tutti i sogni di gloria dei rossoneri. Quel tiro magari avrebbe cambiato le sorti della partita, della qualificazione ai quarti di Champions e della stagione rossonera ed è li che il transalpino ha vissuto il suo momento più difficile, con sessanta minuti a dir poco complicati, stretto nella morsa di Piquè e Mascherano, che praticamente non gli fanno mai vedere il pallone, se non fosse per quella clamorosa occasione spedita sul legno. Serata da archiviare quella in Catalogna, ma che costituisce un ottimo bagaglio di esperienza, componente fondamentale per uno che è appena maggiorenne e che ha intenzione di sfondare nel grande calcio del Vecchio Continente.
MOMENTO TOP Più che il match contro la Reggina in Coppa Italia, l’unico, come dicevamo, nel quale ha gonfiato la rete (sull’assist di Emanuelson), la partita migliore disputata da Niang è stata senza dubbio quella contro l’Udinese a San Siro, valida per la ventitreesima giornata di Serie A e disputata lo scorso tre febbraio. M’Baye viene schierato per l’ennesima volta titolare da Allegri e affianca l’esordiente (poi risultato decisivo) Balotelli ed El Shaarawy; soprattutto nel primo tempo, il francese è un vero e proprio martello pneumatico sulla corsia e fa letteralmente impazzire il bianconero Gabriel Silva, che praticamente non lo prende mai. Ottima anche la ripresa, quando Niang va vicinissimo al gol: è il minuto settantotto e il suo tiro si stampa sulla traversa, strozzandogli in gola l’urlo di gioia. Quella contro i friulani resta, comunque, la partita migliore del giovane ex Caen, con la speranza che la nuova annata possa essere più fortunata dal punto di vista realizzativo; le potenzialità ci sono tutte, la testa è tornata ben salda sulle spalle e ora tocca a lui cominciare a ritagliarsi un posto da protagonista nel presente e nel futuro rossonero.