Non è stata una stagione facile, per IGNAZIO ABATE, Che ha presentato un rendimento altalenante. E che ha dovuto fronteggiare la crescita esponenziale di Mattia De Sciglio e Kevin Constant, a più riprese, in grado di togliergli la maglia da titolare. Proprio così. Sia per peccati propri, sia per meriti dei compagni di reparto, Ignazio non ha potuto scendere in campo con regolarità. Ma mai è terminato nel dimenticatoio, mai è stato declassato definitivamente a riserva. Va detto tuttavia che in determinate situazioni della stagione, specie nella prima parte, ha dovuto fungere da comprimario. Alcuni errori, dettati da cali di concentrazione e di forma, non sono piaciuti a mister Allegri, che non si è fatto problemi ad accantonarlo, per poi rilanciarlo, quando necessario, ottenendo i risultati sperati. Nulla di trascendentale, sia chiaro: Abate effettua con efficacia la fase di copertura, ma pecca con regolarità nell’esecuzione dei traversoni. E’ però indubbio che, sul lungo andare, si siano visti sprazzi del vero Ignazio. Non continuo come durante la stagione del tricolore ma, a conti fatti, in grado di assicurare utilità.
MOMENTO FLOP Come la maggior parte degli effettivi rossoneri, il periodo in cui il rendimento di Abate ha toccato i minimi storici coincide con il girone d’andata del campionato. Non in condizione, durante la prima parte dell’annata, Ignazio non ha inciso. Ha alternato discrete prestazioni, come contro il Genoa e il Chievo, a performance da dimenticare: pensiamo alle sfide contro Atalanta, Udinese, Lazio e Palermo. Meglio è andata nel corso del ritorno, dove comunque non sono mancati gli svarioni. Uno su tutti, allo Juventus Stadium, l’errore che ha portato al calcio di rigore trasformato da Vidal.
MOMENTO TOP Contro il Barcellona, tra le mura amiche, ha rappresentato uno scoglio insuperabile. Jordi Alba e Fabregas, suoi dirimpettai, non hanno concluso alcun tipo di azione. Stesso discorso va fatto in merito alla sfida del 2 marzo, quando il Diavolo ha sconfitto la Lazio con un sonoro tre a zero, raggiungendo la terza posizione. Grandi acuti del nostro numero 20 si sono verificati, sempre in quel di San Siro, contro l’Udinese, il Catania e il Torino. In queste tre occasioni, oltre a difendere con cognizione di causa, Igna è riuscito a spingere e proporre con successo. E nel corso della sfida decisiva, al Franchi di Siena, ha lottato con furore. Non ha brillato, ma ha saputo soffrire. E avere la meglio sui diretti avversari. Suo, tra l’altro, il cross che ha portato alla traversa di Balotelli.