Serginho, Kakà, Pato, Leonardo, Rivaldo, Ronaldinho, Cafù, Thiago Silva. Non li abbiamo citati tutti, ma c’era una volta il Milan do Brasil pieno di classe e fantasia verdeoro nella gestione Ancelotti soprattutto. Ora è chiara una certa inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti e, nella prossima stagione, l’unico sprazzo verdeoro, molto probabilmente, sarà rappresentato dal portiere di riserva Gabriel.
E, se una volta si andavano a pescare talenti nella patria del Samba, ora la dirigenza rossonera si rivolge ai club brasiliani per vendere.
A gennaio è successo con Pato, nella sessione di calciomercato che si sta per aprire con ogni probabilità si replicherà con Robinho. Ormai è quasi scontato il suo addio al Milan. C’è la sua voglia di tornare in patria ma anche la volontà della dirigenza di Via Turati di fare cassa e risparmiare sul suo ingaggio oneroso, per poi investire quel denaro fresco su altri calciatori. Non è un mistero, infatti, che il Santos lo voglia a tutti i costi ma non intende alzare l’asticella della sua offerta ed offre troppo poco per quello che vorrebbero i dirigenti rossoneri che però non mollano e non intendono, per ora, retrocedere neanche di un millimetro.
Trattativa che va a rilento anche e soprattutto per lo stipendio di Binho che non sembra intenzionato a fare sconti. La situazione è chiara e in questo momento anche abbastanza ferma. L’offerta avanzata dai brasiliani si aggira sui 6-7 milioni di euro, una cifra considerata non adeguata dal Milan, che ne vuole almeno 10. Robinho, invece, chiede almeno 1,2 milioni di dollari al mese. Una cifra ritenuta eccessiva dal Santos e che avrebbe indotto i dirigenti del club a congelare per il momento la trattativa, in attesa di uno sconticino da parte di club e giocatore.