Il calciomercato rossonero è in una fase di stallo. Dopo la beffa Tevez, ieri pomeriggio è stato il turno dell’incontro con l’avvocato che cura gli interessi del centrocampista Mathieu Flamini per un eventuale prolungamento del contratto. Un incontro fra i vertici di Via Turati e il legale Misserly che si è concluso con un nulla di fatto e che è stata un po’ la metafora di questo primo mese di calciomercato rossonero: tante parole e zero conclusioni e fatti. Una fumata grigia generale che rimanda un po’ tutti i discorsi al prossimo colloquio.
Le distanze fra le due parti, infatti, sono praticamente su tutto ed al momento sono difficili da colmare anche se la volontà di entrambi è quella di continuare il rapporto e, probabilmente, alla fine si troverà una soluzione. Flamini, con l’accordo in scadenza, chiedeva tre anni di contratto. Il Milan è disposto a concederne solo due. Un biennale quindi quello proposto dai rossoneri che indica comunque una scelta importante e coraggiosa se si pensa a tutti i giocatori in partenza che non rientrano più nei piani tecnici e societari. Un segnale che mostra quanto la società creda ancora sul 29enne transalpino.
Ma soprattutto c’è distanza tra le cifre concernenti l’ingaggio. Quando Mathieu è arrivato al Milan percepiva 4,5 milioni di euro l’anno, con il rinnovo dell’estate scorsa è sceso a 1,8. Ora dopo l’annata positiva ne chiede circa 3. In Via Turati ne propongono 2. Situazione complessa, quindi, che però potrebbe risolversi con un accordo sui 2,5 milioni. Come l’anno scorso si assisterà ad un tira e molla per il suo rinnovo e per un contratto che alla fine è destinato ad essere prolungato, anche se ora di certezze ce ne sono ben poche.