Fra i giocatori di quella nazionale che all’epoca giocavano in Italia c’erano fra gli altri Didier Deschamps, Zinedine Zidane, ma anche Marcel Desailly, Alain Boghossian e Lilan Thuram. I primi due erano alla Juventus. “Se parliamo di Italia e di Juventus – ha detto Ferret – c’era una quantità di prodotti, anche sotto forma di flebo. La farmacopea italiana è molto più ricca di prodotti finalizzati al recupero rispetto alla francese, e questo in qualche modo ci protegge”. “Però – ha sottolineato Ferret – in tutti i prodotti che i giocatori che giocavano in Italia mi citavano, mai mi hanno dato il nome di un prodotto dopante”. Ferret, per trent’anni medico del Lione e per didici dei Blues, ha aggiunto che “c’era una quantità di prodotti che venivano utilizzati per finalità diverse da quella originale”.
Quanto ai valori anormali di ematocrito di alcuni giocatori, il medico ha confermato che “alcuni giocatori avevano un livello di ematocrito alto, ma erano valori permanenti. Quello che conta è la variazione“. In particolare su Deschamps, oggi ct della nazionale, afferma che “gli indicatori indiretti erano normali. Non sapevo – ha spiegato – quello che succedeva alla Juve, ci sono dei Paesi in cui si fa ricorso massiccio alla medicina. Gli italiani sono così, quando noi diamo un farmaco loro fanno una puntura, o una flebo. Stessa cosa i tedeschi. Facevano le flebo ai giocatori già ai mondiali del 1974“. Se Ferret ha dei dubbi, ammette però di non avere prove: “Facevamo un bilancio serio con i giocatori ad ogni stage. Quando ci sono cose strane in biologia si va a scavare, si va a cercare cosa c’è dietro. Ogni volta che abbiamo visto qualcosa di strano siamo andati più a fondo ma non abbiamo trovato mai niente. Non abbiamo avuto sospetti di prodotti di origine esterna. In buona fede, nel 1996, 1998, 2000, 2002, i giocatori erano puliti”.
This post was last modified on 6 Giugno 2013 - 09:05