Un’Italia generosa ma discontinua non ce l’ha fatta. Ad Arena Fonte Nova, gli uomini di Prandelli hanno perso contro un Brasile non irresistibile, ma in grado di mettere in circolo efficacia e concretezza. Lo score finale recita quattro a due per i padroni di casa, che concludono la fase a gironi in prima posizione e si apprestano a incontrare in semifinale una compagine tra l’Uruguay e la Nigeria, mentre i nostri dovrebbero vedersela con la Spagna.
INIZIO SHOCK – Gli azzurri partono male. La scelta del tecnico orceano di schierare un 4-2-3-1 con Montolivo e Aquilani centrocampisti arretrati si rivela un errore. Perché se è vero che Scolari ha disposto la sua compagine con un modulo speculare, è altrettanto vero che Luis Gustavo ed Hernanes sanno interdire con regolarità e rimanere bloccati, assicurando solidità e compattezza al reparto. Diverso è il discorso inerente i nostri mediani. Montolivo non riesce a entrare in partita, perde palloni con ingenuità e non prende le misure agli avversari, Aquilani non dà il minimo sostegno. Ecco allora che, dopo nemmeno un minuto di gara, Gigi Buffon è chiamato a sventare un tentativo di Hulk. La situazione, nel corso della prima frazione di gioco, non migliora. Nemmeno i trequartisti, eccezion fatta per un Candreva che disputa una gara in crescendo, si sacrificano in ripiegamenti. Così facendo, il Brasile si trova nelle condizioni di fare il bello e il cattivo tempo e la nostra difesa soffre le pene dell’inferno. Ciò nonostante, il gol dell’1-0 carioca arriva soltanto a fine primo tempo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo in cui Chiellini e Bonucci dimenticano le marcature.
ARREMBAGGIO NELLA RIPRESA – Prandelli, negli spogliatoi, mischia le carte in tavola e propone un 4-3-1-2. Giaccherini, entrato alla mezz’ora al posto dell’infortunato Montolivo, ha il compito di agire tra le linee. Aquilani viene collocato in cabina di regia, con Marchisio e Candreva interni con la licenza d’inserimento. E la musica cambia. Al 50′, Balotelli anticipa Dante con un colpo di tacco d’alta scuola, che lancia Giaccherini a tu per tu con Julio Cesar. Il centrocampista bianconero non sbaglia e, con un destro deciso, firma la rete del pareggio. Peccato che la gioia per la marcatura duri pochi minuti. Neymar sfrutta infatti un’incomprensione tra Buffon e la propria barriera e, su calcio di punizione, riporta in vantaggio il Brasile. L’Italia reagisce, si getta in avanti alla ricerca del due a due, ma subisce il terzo gol: Marcelo verticalizza per Fred, che supera di forza Chiellini e gonfia la rete con prepotenza. Lo stesso Chiellini, però, riaccende le speranze: sugli sviluppi di una mischia scaturita da un corner, firma la rete che riapre la contesa. A questo punto, gli azzurri ci credono: l’impresa non è un’utopia, ma la buona sorte arride ai padroni di casa. Infatti, a dieci minuti dalla fine, un colpo di testa di Maggio dà l’illusione ottica del gol, ma la palla si stampa sulla traversa. L’assedio continua, il Brasile si abbassa e sembra alle corde, eppure l’Italia manca di incisività, e a due minuti dal ’90, nel corso di un’azione di rimessa, Fred approfitta di una blanda ribattuta di Buffon su una conclusione di Marcelo per chiudere la gara.
EPISODI – L’Italia, giocando con maggiore equilibrio il primo tempo ed evitando di sbilanciarsi con regolarità nella ripresa, avrebbe potuto evitare di concedere palle gol. Buffon, attento nel primo tempo, ha sulla coscienza due dei quattro gol del Brasile. Ma tre reti su quattro messe a segno dai nostri avversari avrebbero dovuto essere annullate. In occasione dell’uno a zero, mentre Gigi respinge il ravvicinato colpo di testa di Fred, Thiago Silva e Dante si trovano in chiara posizione di fuorigioco. La punizione che ha portato al 2-1 di Neymar è figlia di un abbaglio clamoroso dell’arbitro e dei suoi assistenti. Stesso discorso vale per il gol del 4-2: mentre Buffon respinge il tentativo di Marcelo, Fred si trova infatti in offside.