Buone notizie in casa Milan in seguito alle dichiarazioni del responsabile dello staff medico Tavana e del numero uno dei preparatori Folletti. Sulle pagine della Gazzetta dello Sport, Tavana ha dichiarato: “Non abbiamo avuto infortuni recidivi, né a livello muscolare né articolare. La letteratura scientifica e i dati Uefa dicono che su una rosa di 33 elementi, si considera fisiologica una media di 1,8 lesioni muscolari al mese. Quest’anno al Milan è stata 1,5″. Anche Folletti si è espresso: “Il settore medico, tecnico e atletico si sono alleati, condividendo sempre i vari percorsi. La preparazione atletica è stata basata soprattutto sulla prevenzione non solo sulle performance. La prevenzione è nettamente migliorata, ad esempio grazie a delle sessioni defaticanti. Anche il nuovo terreno di San Siro ha aiutato. È stata una stagione eccellente come risultato sportivo, atletico e medico“.
Numeri alla mano, si nota come Tavana e Folletti abbiano realmente ragione: il numero degli infortuni è calato ben del 49% fra patologie muscolari e articolari. Grazie alla prevenzione, il Milan ha collezionato in totale 87 patologie: 17 lesioni muscolari, 2 tendinee, 11 alle articolazioni, 31 da sovraccarico, 18 contusioni e 8 di varia natura. Al termine della scorsa stagione, Adriano Galliani e la società rossonera avevano richiamato lo staff medico. La richiesta era quella di limitare i guai fisici in modo da non perdere punti durante l’anno a causa degli infortuni. Richiesta accolta e lavoro svolto nel migliore dei modi: c’è stato un netto miglioramento dal punto di vista medico tanto da dimezzare il numero totale degli infortuni.
Una considerazione però è doverosa: lo scorso anno, grazie alla nuova politica societaria , sono stati ceduti diversi giocatori ultra trentenni che alzavano l’età media dell’intera squadra. Il Milan è passato da 30 anni a 26 anni di media, quattro anni di media sono molti. La preparazione e la prevenzione contano moltissimo, ma conta molto anche la probabilità che un giocatore ha di farsi male: è risaputo che giocatori più esperti sono più soggetti ad infortunarsi rispetto a giocatori più giovani.