Dopo due rinvii si arriva finalmente al dunque: l’incontro tra Berlusconi, Galliani ed Allegri ci sarà. L’appuntamento è per stasera ad Arcore, una cena attesa, aspettata ma anche doverosa, perché i giorni passano ed il Milan ha bisogno di sapere. L’allenatore è il primo pilastro per costruire squadra e mercato e non può più attendere: addio o conferma, adesso. Allegri dopo Siena-Milan sembrava, e lo era per davvero, spacciato, ma ora dopo ora, grazie ancora una volta alle doti magistrali di sapienza, pazienza ed influenza di Adriano Galliani nei confronti del Presidente, ha guadagnato terreno e percentuali. La conferma non è impossibile, ma comunque poco probabile. Alla fine sono convinto che si arriverà ad un divorzio senza polemiche, consensuale e “sereno”, ma pur sempre un divorzio. Impossibile dimenticare le parole di Berlusconi contro Allegri, che partono da lontano, quasi dall’inizio. Si lamentò per il “cattivo giuoco” il 28 marzo 2012 dopo l’andata dei quarti di finale contro il Barcellona a San Siro, finita 0-0: l’occasione peggiore per condannare prestazione e mister, segno di un’insofferenza seria, concreta e a prescindere.
Ad Allegri Berlusconi piace poco, è semplice. E nelle settimane precedenti lo ha confermato sfogandosi con “amici”. Ha apprezzato lo scudetto e la Supercoppa vinta, ovviamente, ma anche il lavoro con alcuni giovani, ma per il resto c’è poco da salvare. Ha dato la parola a Seedorf tempo fa, si è messo in testa di cambiare e lo farà perché può farlo senza chiederlo a nessuno. Giusto o sbagliato che sia, dobbiamo fidarci e cominciare a ragionare sull’anno prossimo: l’estate durerà poco per le vacanze, si comincerà ben presto a lavorare per i preliminari di Champions ed una stagione che può essere di vertice, almeno in Serie A. Con 2/3 acquisti mirati, Poli a parte, tra difesa e centrocampo i rossoneri sono competitivi in Italia e lo scudetto non è per niente lontano. Ma nemmeno così vicino. Proprio per questo un allenatore senza esperienza come Seedorf non mi convince: parliamo di esigenze e priorità in termini di obiettivi, nessun riferimento all’uomo Seedorf né al giocatore, un calciatore che ho sempre apprezzato ed invidiato per classe, eleganza e spessore. Ma la panchina è completamente un altro mestiere e il Milan l’anno prossimo deve puntare a vincere un trofeo, cosa che con un neo-tecnico difficilmente avverrà. Ma l’idea sta cominciando a piacere anche al nostro ad, o se volete si sta rassegnando: “Guardate Montella, non ha fatto gavetta ed è lì. Non c’è una regola, qualcuno può bruciare le tappe”.
Senza successi sarebbe il terzo anno di fila con 0 conquiste, numeri gravi, quasi allarmanti. Scopriremo ogni cosa nelle prossime ore, quasi sicuramente senza Allegri, che Berlusconi, nelle parole rilasciate recentemente, ha avvisato più che tranquillizzato: quella “mano sulla coscienza” suona come avvertimento a non tirare troppo la corda sulla buonuscita o su qualsiasi cavillo economico contrattuale del caso, “per il bene del Milan”. Allegri lo sa bene. La Roma lo aspetta e noi non possiamo che ricordarci quel che di buono ha fatto e vinto, perché la bacheca rimane. La squadra lo vorrebbe ancora, ma dovrà accontentarsi di rivederlo ed applaudirlo, insieme alla maggior parte dei tifosi, da avversario. Grazie Max.
This post was last modified on 2 Giugno 2013 - 11:21