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Tutti vissero felici e… Allegri! Si può riassumere così il tanto agognato e interminabile summit a Villa San Martino. Un happy end sofferto, insperato due settimane fa, ma dall’epilogo scritto ieri sera, quando Galliani si è portato ad Arcore addirittura il fotografo ufficiale per immortalare la stretta di mano tra i due “litiganti” di questo caldo inizio d’estate. E quando nel palinsesto di Milan Channel è stata inserire una diretta speciale a partire dalle ore 23. Finale già scritto dunque, il giorno in cui il Presidente ha deciso di invitare Allegri a casa sua. Ma tutt’altro che scontato quando, in quella stessa casa, in quello stesso salotto, Berlusconi ha disintegrato un televisore esattamente 14 giorni fa. Prima del fischio d’inizio di Siena-Milan, quando ha visto che El Shaarawy era in panchina. Nonostante il suo diktat. In quel momento Allegri era praticamente un l’ex allenatore del Milan e il nuovo tecnico della Roma, pronta a fargli ponti d’oro. Quella sera stessa Berlusconi ha chiamato Seedorf in Brasile.
Da qui in poi l’estenuante e paziente lavoro di Adriano Galliani, ribattezzato Quinto Fabio Massimo Cunctator, il temporeggiatore. Ha fatto sbollire la rabbia presidenziale, ha chiesto ad Allegri pazienza invitandolo a considerare anche i lati negativi dell’avventura a Roma. In questo senso la sassaiola riservata alla squadra giallorossa sconfitta in Coppa Italia è stata buona consigliera. Dall’altra parte ha iniziato a mettere in guardia Berlusconi sui rischi che portava con se Seedorf: l’inesperienza, un contratto onerosissimo, l’intenzione di imporre il proprio staff e soprattutto il pericolo di non superare il playoff di Champions League. Galliani avrebbe chiamato Berlusconi dicendo: “La Roma ha una squadra forte. Se le diamo Allegri e vince lo scudetto, ripetiamo l’errore fatto con Pirlo alla Juve“. Alla fine il presidente si é convinto e se Allegri dovesse superare il preliminare agostano sarebbe pronto per lui un rinnovo di contratto. Quello è e rimane lo snodo della stagione. Attenzione alla Real Sociedad, che non sarà testa di serie. Allegri dovrà gestire un’estate piena zeppa di amichevolone a gettone. Non l’ideale per arrivare al top il 20 agosto. Ma stavolta avrà piena fiducia dal presidente a due patti: che non cominci la stagione a rilento e che migliori il gioco della squadra. E qui si innesta il disorso sul mercato.
Con la permanenza di Allegri si conoscono già i nomi dei partenti: il primo à capitan Ambrosini. Nemmeno Flamini rinnoverà. Tra quelli in scadenza nel giugno 2014 sono certi dell’addio Boateng, Robinho e Antonini. Per Abate si valuterà l’offerta dello Zenit. Chiaramente non verrà trattato il riscatto di Bojan. Certamente sarà prestato Zaccardo.
In arrivo di certo Andrea Poli, vecchio pallino di Allegri fin dai tempi del Sassuolo. Insieme a lui da Genova é pronto a sbarcare Kucka, altro desiderio di Allegri. Non è infondato il vecchio interessamento per il giapponese Honda, in scadenza tra un anno con il CSKA Mosca. Il suo agente é atteso in via Turati nei prossimi giorni. Ma per innalzare il livelli tecnico del “giuoco” come richiesto dal presidente è obbligatorio acquistare elementi con caratteristiche diverse dai “soliti” Flamini a centrocampo. Per questo motivo sono stati posti sul tavolo presidenziale un obiettivo e un sogno.
L’obiettivo é il fiorentino Lljaic che non a caso sta faticando a trovare con i viola l’accordo sul rinnovo di contratto. Il sogno è un mio personalissimo evergreen che il Milan aveva davvero trattato due anni fa. Sí propri lui, Franceschino Cesc Fabregas. Tito Vilanova non punta più su di lui e gliel’aveva detto. É molto caro, come ingaggio e come cartellino, ma Galliani potrebbe approfittare della rottura con il club e imbastire una trattativa. Vediamo, é ancora presto. Per adesso dobbiamo essere contento cosí. Anzi Allegri.