Deve crescere e su questo non ha dubbi nessuno, compreso Balo stesso che su Twitter in mattinata ha fatto autocritica: “Ieri la mia reazione non è stata giusta, chiedo scusa.. SCUSA.. Alla mia squadra .. Devo imparare… Ancora..”. Per diventare un vero top player c’è bisogno di costanza, non solo nei gol, ma anche nella concentrazione che a lui, più che a fare la cosa giusta palla al piede, serve a non rispondere alle provocazioni. Perché di provocazioni poi si tratta, sempre, o almeno spesso. Lo ha fatto notare anche Cesare Prandelli ieri durante la conferenza stampa a fine gara: “Mario è caduto nella trappola delle provocazioni, perché ha ricevuto tanti, troppi falli. Gli interventi da dietro sono sempre puniti ma stasera mi sembrava di no. Lui era un po’ troppo nervoso, deve saper accettare queste situazioni”.
Lo provocano e lui ci casca. Sul campo come sui social network. Dopo l’espulsione è stato un vero e proprio uno contro tutti a suon di cinguettii indispettiti a chiunque gli facesse notare in maniera poco carina come il suo comportamento fosse stato esagerato prima e dopo il doppio giallo. Oggi, a mente fredda, probabilmente su consiglio altrui, ecco il passo indietro e le scuse. Ciclone in campo e anche sul web. Dagli insulti al pentito che lo accusava di aver spacciato droga, fino agli ultimi episodi: spesso si lascia prendere la mano e, come se un ragazzo qualsiasi risponde a tono alle prese in giro.
E ha ragione Buffon: “Può capitare di subire un’espulsione, l’importante è che uno dia sempre il massimo in campo. E rivedendo il secondo fallo non mi sembrava da ammonizione”. Può capitare, anche a Mario Balotelli che è il calciatore italiano più popolare del momento, con occhi e telecamere puntati addosso. Così nasce il caso, esagerato tanto quanto le sue reazioni. Si chiede a Balo di capire e accettare falli da dietro, critiche e buu, ma allo stesso tempo spetta anche a noi, quando sbaglia, trattarlo come un qualsiasi altro giocatore. Era solo un’espulsione (ingiusta).