I tifosi del Milan ormai da qualche tempo si sono abituati ai tormentoni. Non è passato nemmeno un anno da quello relativo alle cessioni di Thiago Silva e Ibrahimovic, nemmeno sei mesi dalla telenovela Balotelli e poco più di una settimana dall’estenuante braccio di ferro per la riconferma di Massimilano Allegri. Ora il nuovo rompicapo è legato al futuro di Stephan El Shaarawy. Stamattina sono arrivate le parole di Adriano Galliani e quelle dello stesso giocatore che hanno gettato un po’ di acqua sul fuoco ma, evidentemente, la paura di perdere il Faraone non è svanita nel nulla.
L’offerta del Manchester City è di quelle pesanti: 25 milioni di euro più Carlitos Tevez, sarebbe tanta roba per un calciatore di appena 21 anni. Inoltre ci sarebbe la possibilità di reinvestire quella cifra per sistemare il centrocampo ed avere in prima linea un sostituto (e che sostituto!) già bello che pronto e gradito a dirigenza ed ambiente rossonero. Ma quanti milanisti sono disposti a dire addio ad un campioncino che in poco meno di due mesi è diventato il nuovo beniamino, nonché nuovo giocatore simbolo del Diavolo? E, soprattutto, non ci avevano parlato di progetto giovani?
Infatti, se dal punto di vista meramente economico la cessione di El Shaarawy potrebbe anche rivelarsi un’affare, se si tiene in considerazione un discorso legato ad una pianificazione, ad un progetto e alla nuova linea di pensiero sbandierata dalla società dopo la cessione di Ibra, non avrebbe assolutamente senso. In Via Turati si è detto più volte, a fronte anche delle palesi difficoltà finanziare del nostro calcio rispetto ad altre realtà, di voler puntare su giovani calciatori italiani di talento ed il 92 rossonero ne rappresenta l’emblema. Dopo la prima vera stagione al Milan in cui ha dimostrato di avere doti da futuro campione, è impensabile anche solo pensare di vendere un top player costruito in casa.
Dopo aver dovuto alzare bandiera bianca per quel che riguarda il livello competitivo con gli altri grandi club europei con la cessione di Ibra e Thiago, si tratterebbe di un ennesimo dietrofront, un ennesimo sconfessare quello che è un progetto che stava nascendo nonostante mille difficoltà e tante sofferenze e aveva iniziato a dare i propri frutti. Un’ennesima sconfitta, insomma, che in pochi riuscirebbero a digerire e, in questo momento, in pochi riescono solo minimamente ad immaginare.