Possibile che quest’estate sia ancora più incerta di quella scorsa? Possibile, soprattutto se il Manchester City parte in quarta e ricorda a via Turati che, se Balotelli è stato ceduto per soli 20 milioni di euro, un motivo ci sarà. Difficile che le voci che vorrebbero 25 milioni sul piatto più Tevez per l’acquisizione di Stephan El Shaarawy vengano confermate da Mansour, il cui entourage si è tuttavia riunito questa notte per attuare il piano d’attacco. Attacco in tutti i sensi: offrire ad Adriano Galliani quel Carlitos che tanto avrebbe voluto già nel gennaio 2012 per rimpiazzare Pato e che oggi, tra l’altro, ben si adatterebbe ai voleri presidenziali nel nuovo 4-3-1-2. Ma il Faraone è il Faraone, non scherziamo: vent’anni di talento puro, tutto italiano, che proprio nel nuovo modulo a due punte vedrebbe anche la possibilità di boccheggiare un po’ di meno nel corso della stagione. E poi c’è in ballo una credibilità, quella del famoso progetto giovani, che non può essere spazzata al vento dopo soli dodici mesi. E anche se è stato solo un pretesto per liberarsi di ingaggi importanti, alla fine nel calcio è sempre più importante rimanere coerentemente falsi che incoerentemente veri.
Più facile che il tesoretto, come previsto, arrivi dalle cessioni di Robinho e Boateng: per il brasiliano si tratterebbe più che altro di un grosso risparmio su un ingaggio ormai inconcepibile, mentre per il ghanese si attende solo l’offerta giusta. Che sia quella del Monaco, in ritardo sulla tabella di marcia di giusto due settimane? Si parlava di dodici milioni, una cifra francamente da pacchetto immediato con tanti saluti alla sregolatezza di un campione d’Italia che, dopo lo scudetto, si è letteralmente imbolsito. Sicuramente non andrà al Chelsea, le parole di Mourinho sono state chiare e, per una volta, non si discostano molto dalla realtà: “Boateng? Il Chelsea insegue calciatori, non fotomodelli, nell’ultimo campionato ha fatto più tagli di capelli che gol…“. Roger Wittmann avrebbe concordato la cifra per la sua cessione: 18 milioni. E ammesso che ci sia qualcuno intenzionato a sborsare tutti questi soldi, una domanda sorge spontanea: da quando i procuratori decidono pure le cifre dei trasferimenti per i loro assistiti?
Chiusura dedicata inevitabilmente a un rossonero di ieri e a uno di oggi. Alexandre Pato, nonostante la conquista dello scudetto con il Corinthians di appena venti giorni fa, non se la passa certo bene in patria: i supporters del club carioca sono rapidamente passati da una calda accoglienza alla contestazione, a tratti feroce, per l’atteggiamento in campo. Il Papero, tra l’altro, è a secco da dieci partite consecutive e sta così confermando le difficoltà già evidenziate negli ultimi mesi al Milan. Non ci resta che augurargli, per l’affetto che ancora ci lega, un sincero in bocca al lupo. Lo stesso che dedichiamo Mario Balotelli per la Confederations Cup: basta giustificarlo sempre e comunque, siamo d’accordo, ma basta anche demonizzarlo inutilmente. Domanda a bruciapelo: se quel raptus nervoso dopo l’espulsione con la Repubblica Ceca lo avesse avuto Gigi Buffon, oggi staremmo tutti qui ad invocare il codice etico prandelliano? Godiamoci la nostra Nazionale, è il minimo che possiamo fare.
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