C’è voluta una distrazione muscolare di primo grado al quadricipite della gamba sinistra, per fermare Super Mario. Il referto medico comunicato dal Professor Castellacci nella notte tra domenica e lunedì parla chiaro, la sua Confederations Cup è terminata e proprio in queste ore Balotelli sta tornando a Milano.
Tra ieri e oggi, le parole scritte o pronunciate dai giornalisti sportivi italiani sul suo forfait, lasciano intendere un pizzico di preoccupazione in più, guardando alla ‘rivincita’ con le Furie Rosse. Gli stessi giornalisti che pure erano stati piuttosto severi con lui dopo le prestazioni così così contro Repubblica Ceca e Haiti. Le tre prove di livello di Balo in terra carioca, hanno stravolto i giudizi: sempre tra i migliori in campo tra gli Azzurri, facendo sostanzialmente reparto da solo. Statistiche di gol e assist non dicono abbastanza in merito a quanto sia stato importante il suo apporto.
L’apprezzamento mediatico nasce anche, se non sopratutto, dal modo in cui Mario è stato in campo. Per Django Scatenato vige sempre la regola per la quale l’atteggiamento è importante tanto quanto la performance. In Brasile mai una parola di troppo, mai una polemica fanciullesca. La sua assenza quindi, fa ancora più rumore e vale per lui come ennesimo riconoscimento dello status di Campione.
Intanto domenica sera, a margine del 14esimo Workshop al Forte Village, l’amministratore delegato rossonero, ha sottolineato come il brand Milan sia stato, ancora una volta, il miglior in Italia e il migliore a livello europeo tra gli italiani. Ha snocciolato i numeri social da primato per il Diavolo e anticipato dettagli significativi sul progetto che potrebbe portare San Siro, a diventare uno stadio elitario. Queste ‘autocelebrazioni’ non sono amate dai tifosi, ma ci sono d’aiuto per avere un’idea delle ambizioni societarie. Inoltre il modo in cui Adriano Galliani ha evidenziato come i numeri da record degli sponsor debbano andare di pari passo coi risultati sportivi, evidenzia la determinazione che ha il club di tornare a vincere. Le vittorie si sa, non sono eventi casuali, ma figlie dei progetti.
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