Si è chiusa in maniera un po’ “blanda” l’ultima stagione di uno dei superstiti della meravigliosa era ancelottiana, uno dei due soli senatori (l’altro è Christian Abbiati) risparmiati dalla “linea verde” intrapresa dal nuovo Milan di Allegri. Parliamo di MASSIMO AMBROSINI, il quale, per via di infortuni e acciacchi vari, ha vissuto un’annata da comprimario, lui che di questo Milan è, da anni, l’anima, il polmone, il simbolo. A testimonianza di una stagione non da protagonista, oltre alle poche presenze in campionato dal primo minuto, anche la mancanza di realizzazioni nelle tre principali competizioni disputate, fatto che mai si era verificato da quando il trentaseienne centrocampista pesarese era rientrato al Milan dal prestito al Vicenza nel 1998. Numeri negativi che hanno anticipato delle decisioni fondamentali, diventate sempre più insistenti giorno dopo giorno e che dai ieri sono ufficiali. Adriano Galliani, infatti, ha annunciato che il contratto di Ambrosini, scadenza 2014, non verrà rinnovato. Un addio doloroso, complici le sireni inglesi del West Ham che hanno contribuito moltissimo nella scelta di Ambro e Milan. E’ un giorno triste, ma che deve essere ricordato per sempre. Ambrosini ed il Milan si separano, doveroso un grazie profondo e sincero per un giocatore, un campione, un capitano, una bandiera incancellabile. Ambrosini è parte della storia del Milan.
MOMENTO TOP. In una stagione segnata, come per tutta la squadra, da alti e bassi, il momento top di Ambrosini è stato, come avvenuto anche lo scorso anno, la partita disputata in casa contro il Barcellona. Contro quelli che fino a pochi mesi fa erano considerati i calciatori più forti del mondo, in particolare nello stesso ruolo ricoperto da Ambro, il Capitano ha disputato una prova sontuosa, risultando il migliore in campo, rubando palloni a non finire e spezzando sempre sul nascere ogni iniziativa di impostazione dei catalani. Come nei giorni migliori, prende per mano la squadra e la trascina verso un incredibile successo, risultato, purtroppo, alla fine vano. Ma se in quella occasione il Diavolo può dire di aver annullato il calciatore e la squadra più forti del pianeta, impedendogli di fare un solo tiro in porta, il merito è stato soprattutto di un giocatore che, per una sera ancora, è sembrato eterno.
MOMENTO FLOP. Purtroppo, però, quella casalinga contro i catalani è stata l’ultima grande prova di Ambrosini in rossonero. Da quella indimenticabile notte, infatti, il Capitano non si è più “ripreso”, cominciando, complici tante interruzioni dovute agli infortuni, un periodo cupo che si è prolungato fino al termine della stagione, un momento flop che non è coinciso con una singola partita, ma che ha attraversato gli ultimi mesi, raggiungendo il culmine negativo proprio in occasione dell’ultimo match del campionato contro il Siena, quando, per il troppo nervosismo, si è fatto cacciare lasciando la squadra in 10 e sotto nel punteggio, mettendo così i suoi compagni in una condizione disperata, esattamente quello che un capitano dovrebbe sempre evitare di fare. Per fortuna, poi tutti sappiamo come andò a finire quella partita.