Esattamente un girone fa era tutta un’altra storia. Il Milan si era rialzato dal momento no di inizio stagione, eppure quel 4-1 su un Pescara fanalino di coda non aveva granché convinto. Non c’era ancora Balotelli, ma c’era la voglia di scalare posizioni in classifica per raggiungere il terzo posto. Non c’era “bomber” Flamini, ma c’era il Nocerino vecchia maniera che a pochi secondi dall’inizio della gara aveva fatto centro. Non c’era lo spento Faraone del 2013, ma il leader del girone d’andata che mette a segno il suo quattordicesimo gol stagionale. In mezzo l’autogol di Abbruscato, il 2-1 firmato Terlizzi e nuovamente il regalo del Pescara con Jonathas che infila il suo portiere. Un po’ di buona sorte, bisogna ammetterlo, era servita.
Altra musica quella che invece si è sentita ieri. Vero che gli abruzzesi, matematicamente retrocessi, non hanno più nulla da chiedere al campionato in corso, ma all'”Adriatico” qualcosa in più si è visto. Nessuna paura nel tenere il pallone tra i piedi (pur senza il fondamentale Montolivo), entusiasmo davanti e zero rischi dietro. Il tutto con un terzo posto davvero a portata di mano.
Basterà vincere con la Roma per festeggiare la Champions, che sì, dovrà passare dalla scocciatura preliminari, ma rappresenterebbe un decisivo passo verso la maturazione di una squadra nata davvero dalle ceneri. Un progetto che solo il tempo dirà se vincente o meno, intanto ci godiamo un +15 sui cugini e salutiamo, con un sorriso, chi in estate era fuggito via e ora si ritrova sposato con la causa del complotto. Noi non lo rimpiangiamo, lui probabilmente sì.
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