Ma da questo punto di vista il buon Mark non si troverebbe impreparato: difficile rivedere una situazione in stile Leonardo, con la squadra che di fatto si autogestiva nel nome del samba (sterile) firmato Pato e Ronaldinho. Curioso capire, piuttosto, se l’integerrimo tulipano sarebbe disposto a scaldare il posto a Cesare Prandelli per una sola stagione con la promessa, magari, di riprovarci sulla stessa panchina, ma più avanti. Una staffetta che, tra l’altro, non sarebbe per niente nuova nella gestione Berlusconi: basti pensare all’interregno di Fabio Capello nella stagione 1986-87, prima del ritorno post Sacchi e della nascita degli “Invincibili”. Discorso che probabilmente sarebbe stato analogo per il già citato Leonardo, se il brasiliano non si fosse poi offerto ai cugini nerazzurri prima di capire che il ruolo tecnico non fosse granché nelle sue corde.
Da tutte queste voci, dai tira e molla che rischiano di condizionare pesantemente la corsa Champions, esce ancora una volta con le ossa rotte Allegri. Lui non lo farà mai vedere, non è nel suo carattere, ma non farà nemmeno mai capire fino in fondo se la sua attuale volontà sia quella di arrivare a scadenza naturale del contratto o di escogitare uno scherzo bello e buono al presidente e all’ex amico Adriano. La Curva Sud ha fatto capire a chiare lettere, domenica sera, da che parte sta: difficilmente il tifo organizzato rossonero si era esposto in questa maniera nel passato. Ma gli attacchi di Berlusconi, sotto forma sia di parole mezze dette ai giornali che di presunte confessioni ai “portinai” di partito, non potevano passare inosservati ancora una volta. Come, francamente, non può passare inosservato il mutismo di Galliani: triste epilogo di un amore furtivo in Maremma a cui dover rinunciare dopo che la moglie brianzola, ricca e potente, ha scoperto tutto.
(Christian Pradelli per ilSussidiario.net)
This post was last modified on 3 Maggio 2013 - 18:29