Prendendo spunto dalla Gazzetta dello Sport, proviamo a tracciare il profilo dell’olandese che con il Milan ha vinto praticamente tutto. Innanzitutto, oltre ad essere un calciatore, era un imprenditore, proprietario di ristoranti e gestore di molte attività. Aveva, quindi, uno sguardo ferrato su un mondo molto più ampio di quello che può essere un campo di calcio. Il suo senso di superiorità, che spesso i compagni gli rimproveravano, gli ha procurato l’appellativo di “Professore” prima e addirittura “Filosofo” poi. Inizialmente, nessuno sopportava la sua presunzione, scambiata spesso per arroganza e supponenza. Col tempo, però, tutti hanno accettato questo lato del suo carattere, ridendoci su, e sublimando il rispetto (un po’ sincero e un po’ ironicamente gonfiato) nei suoi confronti soprannominandolo “Obama”.
Inoltre, arrivava a Milanello accompagnato da un segretario, un addetto stampa personale e un autista, e senza fermarsi come tutti al parcheggio riservato, scendeva con la macchina fin sotto, dove si trovano i campi d’allenamento, perché non voleva togliere neppure un minimo al suo “lavoro”. Il suo carattere difficile non gli ha impedito, però, di contribuire allo straordinario ciclo targato Ancelotti, col quale non sono mancati anche i contrasti, talvolta piuttosto accesi. Il suo orgoglio profondo ha lasciato di lui l’immagine di uno che quando si sente ferito, anche a ragione magari, piuttosto che fare un passo indietro si accanisce ancora di più contro chi lo attaccato.
Il suo carattere forte, però, gli ha permesso di essere un senatore all’interno dello spogliatoio e un punto di riferimento continuo per i giovani. Con il Milan ha vinto tutto ciò che poteva vincere, facendo spesso la differenza nelle gare che più contavano. Sul Seedorf allenatore, ovviamente, non abbiamo dati. Quel che è sicuro è che l’autorevolezza di certo non gli manca…
This post was last modified on 23 Maggio 2013 - 20:22