Un sottilissimo, invisibile filo sotteso, nascosto tra la nuova realtà e l’appannaggio di quella vecchia. La differenza tra un arrivederci più sofferto e un addio definitivo è proprio questa, una scia impercettibile di ricordi, abbastanza forte da non permettere al presente di svestirsi completamente del suo passato. Ieri, a Siena, a lottare con i suoi (ex) compagni c’era anche un cuore rossonero che ha lasciato Milano da pochi mesi perché il destino si era messo di traverso, e restare avrebbe significato sfidare troppo apertamente quello che non si può controllare. Spesso, il meglio che “deve ancora venire”, bisogna andare a cercarlo spontaneamente, senza indugiare inutilmente in situazioni piatte e quasi stagnanti.
Parliamo di Alexandre Pato, che ieri ha alzato il suo primo trofeo con il Corinthians, vincendo il Campionato Paulista grazie all’1-1 contro il Santos. La squadra di Neymar aveva sbloccato il risultato con Cícero, su tiro al volo dopo assist di testa del difensore Durval. La reazione corintiana però non si è fatta attendere: Danilo ha colto in area una respinta del portiere Rafael su tiro di Paulinho, pareggiando i conti al 28’. Ma a fronte del 2-1 dell’andata in favore del Corinthians, il pareggio al Santos è servito a poco. Pato è entrato al 75′ circa, giusto in tempo per festeggiare la vittoria della sua nuova squadra, sfiorando il gol nel recupero.
Grande gioia, la sua, al triplice fischio finale, con tanto di maglietta dedicata a Barbara Berlusconi (“Barbara true love, i love you”), ma quanto potrà sentirla addosso una vittoria così? Qualche gol lo ha fatto, in Brasile (7), ma è abbastanza per sentirsi davvero parte di questo nuovo mondo? I suoi occhi sembrano dire sì, poi chissà. Di certo il suo legame con il Milan è ancora forte, poco chiacchierato, ma sempre vivo. Lo dimostra il messaggio postato sul suo twitter prima della partita di ieri contro il Siena, con cui ha voluto inviare un in bocca al lupo speciale alla sua ex squadra. Non c’è separazione che tenga, quando l’affetto va oltre una fine che potrebbe essere soltanto momentanea. Ma, soprattutto, non c’è viaggio abbastanza lontano. Se il cuore lo hai lasciato a casa, prima o poi, tornerai a riprenderlo.