Tifosi, calciatori, ma soprattutto Adriano Galliani. In queste ultime settimane tutto l’ambiente rossonero si è mobilitato per cercare di convincere il Presidente, Silvio Berlusconi, a confermare Massimiliano Allegri sulla panchina del Milan. Molto probabilmente sono stati e saranno sforzi vani (purtroppo) perché la decisione è già stata presa da tempo. Ma, di certo, sulla questione si è assistito ad una novità epocale nella storia quasi trentennale del Milan del Cavaliere. Infatti, in tutte le scelte presidenziali dal 1986 ad oggi, c’è sempre stata unità di intenti e di idee nei vertici della società.
Cosa che non è successa e non sta succedendo per ciò che riguarda la riconferma del buon Max. Da tempo ormai, l’a.d. rossonero, difende a spada tratta il tecnico livornese. Lui lo ha confermato in continuazione quando il Diavolo era terz’ultimo, lui continua a volerlo sulla panchina del Milan. Galliani si è chiaramente esposto, rischiando anche di diventare impopolare agli occhi del suo Presidente. Cosa che, come detto, sta succedendo per la prima volta contro la volontà del padre padrone. Non era successo nemmeno nel 91′ quando sotto i riflettori malandati di Marsiglia fu lui a metterci la faccia, per telefonata ricevuta.
Ma alzi la mano chi pensa che Adriano cuore rossonero non sappia fare bene il suo lavoro. Se Berlusconi è diventato il presidente più vincente della storia del calcio, almeno metà del merito deve essere attribuito al suo vice. Perché è bello prendersi i meriti quando le cose vanno bene ma va dato atto che, quando lo sono andate meno, è sempre stato lui a parlare davanti ai giornalisti e cercare di tranquillizzare i tifosi. Di certo fra cene, telefonate e chiacchierate di sfuggita, Adriano non sta passando un bel periodo. Di certo fa male anche a lui dover andar contro alle volontà che arrivano dall’alto. Ma se quella vecchia volpe si schiera così facilmente a favore di una posizione così scomoda, è perché sa quale sarebbe la scelta giusta da fare per il bene del Milan.
Noi speriamo sempre in un colpo di coda finale e che Berlusconi alla fine ci ripensi. Noi ovviamente siamo dalla parte dei tifosi, dalla parte di Max, ma soprattutto dalla parte di Galliani. Non è difficile ritrovarsi nella sua gioia e nelle sue folli esultanze quando il Diavolo ci rende felici, come non è difficile essere vicini alle sue sofferenze ed ansie quando le cose non vanno per il verso giusto. Resta da capire quanto questa frattura possa essere ricomposta ma di certo, se gli allenatori vanno e vengono così come i giocatori, Galliani rappresenta la continuità ed un Milan senza la sua testa pelata non si può nemmeno immaginare.
This post was last modified on 30 Maggio 2013 - 00:31