Il prepartita da parte catalana fu all’insegna dei proclami, col tecnico Johan Cruijff che senza alcun timore disse: “Se da ventitre’ gare non sbagliamo, perche’ dovremmo sbagliare ad Atene? Senza Costacurta e Baresi che garantiscono l’ organizzazione, siamo strafavoriti, devo ammetterlo. Capisco le preoccupazioni dei rossoneri, pero’ bisogna giocare anche se il nostro attacco e’ devastante. Senza Van Basten, il Milan invece riesce appena a contrattaccare“.Per poi concludere con un irrispettoso: “Meritiamo di vincere la Champions, il Milan è poco più di una squadretta“. Questione di stile, quello che mancava fuori dal campo all’ex enfant prodige del calcio olandese, mentre di cui abbondava mister Fabio Capello, che mantenne la squadra unita e compatta e, anche con le assenze dei perni centrali, seppe preparare al meglio la partita. Quel Barcellona altezzoso schierava in campo gente del calibro di Zubizarreta, Koeman, Bakero, Stoichkov, Romario, Eusebio, giusto per citarne alcuni, mentre Don Fabio risponde con “Rossi, Tassotti, Panucci, Galli, Maldini, Albertini, Donadoni, Desailly, Boban, Savicevic, Massaro“, una formazione conosciuta a memoria praticamente da tutti i tifosi rossoneri.
La partita fu un unico, straordinario, monologo dei rossoneri (che allora indossavano la fortunata maglia bianca “da Champions”), capaci di impartire agli avversari e al mondo intero una lezione di calcio globale lunga oltre novanta minuti: la doppietta di Massaro, il mirabile pallonetto di Savicevic e la progressione di Desailly regalarono quella squadra alla leggenda, con Cruijff costretto a tornarsene in Catalogna con la coda tra gambe per aver sottovalutato una squadra, ed un tecnico, fenomenali. Da allora, una striscia di vittorie nazionali ed internazionali incredibili, che hanno reso i cuori dei rossoneri densi di soddisfazioni. Ma quella resta la partita per eccellenza, quella nella quale su Atene calò “la notte degli Invincibili“.
This post was last modified on 18 Maggio 2013 - 15:39