Da panchinaro nell’era Balotelli a compagno ideale d’attacco: non si può prescindere dal Pazzo

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P. Di Rienzo – Caporedattore SpazioMilan.it

“Arriva Balotelli e Pazzini finirà in panchina”. Si sentiva dire questo al momento dell’arrivo di SuperMario al Milan. All’inizio, in effetti, sembrava proprio così. Invece succede che il Pazzo viene falcidiato da un po’ di acciacchi, ma, nonostante tutto, si ritaglia spazi importanti e va a segno in momenti particolarmente decisivi proprio nel Milan dell’era Balotelli.

Cinque gol sui quindici finora realizzati in Serie A dall’ex attaccante dell’Inter sono arrivati dopo la fine di gennaio. E tutti pesanti: doppietta alla Lazio, gol al Genoa in trasferta, doppietta al Catania in rimonta. E’ il segno (statistico) che Pazzini rappresenta il valore aggiunto dell’attacco rossonero, rinvigorito all’inizio della stagione dalla “scoperta” di El Shaarawy e puntellato in inverno dall’acquisto di Balotelli. Eppure Pazzo resiste, si gioca le sue chance e, soprattutto, non tradisce mai. Con buona pace dei nerazzurri. Ma c’è di più. Pazzini ha segnato più del primo campionato di Zlatan Ibrahimovic in rossonero. Per carità, oggi il Milan non lotta per lo scudetto, ma è pur sempre un segno importante.

Prende così corpo la suggestione che qualche mese fa i critici escludevano quasi a priori: il tridente Balotelli-Pazzini-El Shaarawy per le ultime quattro decisive giornate di campionato. Le caratteristiche del terzetto sono diverse tra loro e si possono ben amalgamare, soprattutto nelle gare contro avversari particolarmente offensivi come la Roma. Ad ogni modo fra i tre quello che appare sempre più in bilico per la maglia da titolare resta il Faraone, vero protagonista della prima salita verso la rimonta. Perché di Balo e Pazzini oggi non si può francamente fare a meno. E chissà che El Shaarawy non si scaldi per la Confederations, in accoppiata col Pazzo. Guarda caso…

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