Alla sua terza presenza consecutiva sulla fascia sinistra, Torino, Pescara e Roma dopo la panchina contro il Catania, è tornato l’irrefrenabile, l’impetuoso, l’indemoniato Kevin Constant. Anche troppo.
La prestazione di domenica sera a San Siro, infatti, è stata l’occasione per rivederlo in grande condizione fisica, ma allo stesso tempo ingenuo e frettoloso: come se non aspettasse altro che scendere in campo e sfogarsi, quasi avesse un conto aperto con la squadra giallorossa.
Il riferimento esplicito va al fallo commesso su Lamela in piena area all’87’, quando prima con un contrasto duro, pericoloso in termini di regolarità ma leale prende il pallone, salvo poi agganciare con la stessa gamba il numero 8 della Roma. Un rigore in piena regola, non visto dall’arbitro Rocchi ma soprattutto non concesso dal giudice di porta lì a due passi. Un errore a danno della formazione di Andreazzoli, che a quest’ora, se avesse usufruito e trasformato il tiro dal dischetto, potrebbe ancora sperare in un posto in Europa League. Per i rossoneri, invece, cambiava poco ma non nulla: pareggiare o perdere avrebbe avuto la stessa valenza, a Siena serviva solo una vittoria. Ma affrontare una settimana con uno 0 a 0 a San Siro alle spalle piuttosto che un KO ha dei vantaggi non indifferenti. Constant, che rischio.
Una sciocchezza che poteva classificarsi subito dietro l’espulsione di Muntari, in una sfida decisiva e decisa dai comportamenti “accesi” più che dalle giocate in campo. Il terzino guineano del Milan è stato così protagonista di una partita insufficiente, nonostante le incessanti, specie nel primo tempo, discese in zona offensiva, misurate con periodici errori nei cross. Imprecisione e confusione, Constant è stato anche questo con la Roma. Adesso arriva il Siena, un incontro che non può essere sbagliato e che non consentirà altre leggerezze.