Senso e controsenso, l’attacco del Milan in campionato sotto i riflettori. E’ stato il reparto più importante e decisivo, ovviamente il più prolifico. Preso e messo sulle spalle da El Shaarawy all’andata e poi trascinato da Pazzini e Balotelli nel ritorno, ha comunque collezionato dei numeri interessanti e curiosi. Come numero di realizzazioni, infatti, i primi 4 mesi di Serie A hanno portato più reti, 36, che in quelli finali, 31. Quando El Shaarawy viveva un momento d’oro il Milan aveva una media-gol vertiginosa, ma con Pazzini e SuperMario si sono conquistati meno centri ma più punti, decisivi per la rimonta.
C’è però una classifica nella classifica che ad ogni attaccante sta a cuore ed è quella dei marcatori, in questo in caso i rossoneri possono sorridere e parlare di un record: El Shaarawy con 16 gol si è classificato al terzo posto (pari merito con Osvaldo), Pazzini (15) quarto insieme a Lamela, Denis e Klose, Balotelli (12) sesto con Totti, Borriello e Sau. Per il Faraone un bilancio di enorme valore, anche se all’andata i gol erano 14 e nel ritorno solo 2, per Balo è giusto parlare di campione e fenomeno, capocannoniere del mini-campionato da quando è approdato in rossonero e secondo solo a Messi e Ronaldo come numero di reti in Europa, infine il Pazzo si è dimostrato bomber e rapace d’area come pochi in Italia.
Ma se la difesa del Milan, messa giustamente sotto i riflettori prima, durante e dopo il campionato, ancora fragile per assicurare forza e spessore, ha dimostrato di essere inferiore, come numero di gol presi, solo a Juventus e Napoli, l’attacco, facendo parlare strettamente le statistiche, ha fatto peggio. Non solo bianconeri ed azzurri, ma anche Fiorentina e Roma hanno dimostrato di avere un reparto offensivo ben assortito e più efficace sottoporta: il Diavolo, con i suoi 67 gol, è stata la quinta forza della Serie A 2012/2013. Realtà e paradosso.