Non è facile la vita da secondo, se tutto procede al meglio sai che guarderai tutta la gara dalla panchina. Quando il Mister ti chiama poi devi essere pronto all’istante. Gettato nella mischia, se la tua squadra attacca, puoi concederti lo spazio per qualche sano esercizio di stretching, ma la concentrazione, ancora prima dei muscoli caldi, la devi avere subito. “Se giochi con continuità è più facile non sbagliare” aveva spiegato dopo il malinteso con Abate in Juventus-Milan che è costato caro in termini di punti e zona Champions. Un secondo portiere però difficilmente gioca con continuità, in rossonero, direbbe lui, ancora di più visto che Abbiati è “un santone”, uno di quei calciatori considerati indispensabili che spesso si mandano in campo anche con qualche problemino, tanta è la loro importanza.
“Io sono felice e spero di rimanere, aspetto le decisioni della società“. Decisioni che comprendono non solo il futuro del classe 1982, ma anche quelle dello stesso Abbiati, che a giugno arriverà alla naturale scadenza del contratto in essere. Ad anni 31 in porta si può giocare eccome, è forse il momento in cui si è raggiunta la piena maturità che per un giocatore di movimento arriva qualche anno prima. Per questo il futuro dei due estremi difensori potrebbe essere collegato, non necessariamente unito dalla stessa maglia.
This post was last modified on 2 Maggio 2013 - 09:44