Niente da fare, o almeno per stasera. Un combattivo, ma impreciso Milan non è andato oltre lo 0-0 casalingo contro la Roma e si trova ora a dover continuare la difesa di quel terzo posto che significa Champions. La Fiorentina ora torna a far paura e, per non aver pensieri e rimpianti, servirà una vittoria sul campo del Siena già retrocesso.
Tornando alla sfida contro i giallorossi, occorre innanzitutto dire che il pareggio, per quanto si è visto sul campo, è assolutamente giusto. Meglio la Roma quando si trattava di manovrare in fase offensiva, meglio il Milan in fase di interdizione e recupero palla. Ancora convincente la prova del pacchetto arretrato: la coppia Zapata – Mexes, funziona, eccome, e ha finalmente trovato i ritmi giusti, mentre Constant non ha demeritato nel duello sulla fascia contro uno spento Lamela (però che rischio nel finale…).
Eppure, nel complesso, sarebbe servito di più. Perchè per aver ragione della banda viola il compitino non basta e il campo lo sta dimostrando in modo sempre più evidente. Troppo spesso, infatti, la squadra di Andreazzoli nel corso delle sue sortite offensive ha lasciato al Diavolo enormi spazi che non sono stati sfruttati a dovere. Troppo lenta la manovra, troppo spazio alla ricerca della giocata del singolo, troppa poca qualità e decisione in mezzo al campo (Riccardo, quanto ci manchi!).
Nella confusione generale, com’era prevedibile, non soltanto il goal non è arrivato, ma ha preso piede il nervosismo. Al minuto 40 Muntari ha lasciato la squadra in dieci causa proteste reiterate in seguito all’ammonizione comminata dall’arbitro Rocchi a Balotelli: niente scuse, certi comportamenti non hanno ragione di essere, specialmente quando si sta giocando una partita decisiva ai fini di una stagione. Per ristabilire la parità numerica si è dovuti arrivare alla fine della ripresa, con la follia di Francesco Totti e la sua doppia gomitata a Mexes.
Che anche il clima intorno ai giocatori non fosse dei migliori lo ha capito a sue spese ben presto Mario Balotelli, beccato costantemente dalla curva romanista con cori e insulti a sfondo razziale. Niente da fare: su un certo tipo di cultura e pregiudizio in Italia c’è ancora tanto lavorare…