Un crocevia fondamentale della stagione per consolidare il terzo posto, che arriva dopo due pareggi con Fiorentina e Napoli: “A Firenze abbiamo buttato via la vittoria – ammette Zapata –, mentre con il Napoli il pareggio ci poteva stare. La rabbia per l’occasione gettata c’è stata. Ma adesso siamo ancora lì, l’obiettivo non è cambiato. Tutto è ancora in gioco, dobbiamo puntare al secondo posto e in questo modo metteremo automaticamente al sicuro almeno il terzo. Con la Juventus sarà una partita molto tecnica e molto fisica. Giocano a calcio come nessun altro in Italia, ma anche noi sappiamo avere possesso e giocare palla a terra. Mi aspetto una sfida tosta, in tutti i sensi. La Juventus lotta su ogni pallone, va sempre a mille. Quando gioca ad alta intensità, diventa un avversario terribile. Ma il Bayern ci ha insegnato che tenendo molto palla, giocando con personalità, il modo per batterla esiste. Ecco, la chiave del match, da parte nostra, sarà la personalità: dovremo essere in grado di fare e non solo di subire. A questo punto della stagione, la stanchezza fisica e mentale esiste, inutile negarlo. In queste sei partite dobbiamo ritrovare le nostre forze migliori per raggiungere l’obiettivo Champions League”.
Poi una piccola ed interessante parentesi che Zapata la traccia sul calcio colombiano: “Abbiamo sempre avuto buoni giocatori. Questa generazione dovrebbe essere più matura. Il colombiano più forte? Sicuramente Falcao, andrà in Inghilterra, sicuramente. Qui in Italia, Muriel, Cuadrado e Quintero. Sono pronti per una grandissima squadra, anche il Milan. Farebbero il definitivo salto di qualità. Vergara? Non l’ho mai visto giocare. Però me ne hanno parlato in molti: mi dicono che sia fortissimo fisicamente, molto bravo nell’uno contro uno. E che sia adatto al campionato italiano”.
Infine, il 17 rossonero si sofferma su El Shaarawy e Balotelli: “Stephan sta bene, è sereno e ha una gran voglia di tornare ad essere decisivo. Davanti ad un’esclusione, capisci che c’è qualcosa che non va: per questo può essere stato importante restare in panchina contro il Napoli. Servirà a lui, ma servirà anche a tutti noi. Razzismo? Solo negli stadi, fuori no. Però bisogna tenere duro, essere forti. C’è gente che non capisce niente e quindi forse è meglio lasciar stare. Capisco però che se capita sempre a te, se fischiano e fanno i buu sempre a te, allora non sia facile da accettare. Balotelli è sempre sotto tiro. Soffre davvero, Mario. Finora è stato bravo a non reagire, ma capisco quanto sia dura”.
This post was last modified on 20 Aprile 2013 - 12:44