L’avversario di stasera, la capolista Juventus guidata da Antonio Conte, da subito non è apparsa in condizioni migliori delle nostre. Proprio per questo era lecito e doveroso provarci, crederci senza paura, dato che eravamo noi più di loro ad aver un disperato bisogno di fare punti. Da subito, al contrario, il Diavolo è apparso incapace di dare un ritmo e un’impronta a un match che, ben presto, è scivolato sui binari della noia più irritante e irreversibile. Montolivo, in serata no, non è riuscito a lanciare il gioco con la consueta maestria e i compagni di reparto, come spesso accade in queste circostanze, non lo hanno aiutato. Sulle fasce Abate e Constant continuano a non mordere e non convincere, davanti Pazzini si è dannato l’anima senza trovare un’assistenza adeguata da un Robinho sempre più oggetto misterioso.
La ripresa da brutta coppia della prima frazione, ben presto, si è trasformata in qualcosa di ulteriormente difficile e brutto da digerire. La leggerezza di Abate sul rigore che ha portato in vantaggio i bianconeri, infatti, è di quelle che scottano, soprattutto in un momento della stagione in cui tutti gli episodi e tutti i palloni possono fare la differenza. Dalla rete di Vidal nulla di significativo da segnalare, se non un buon impatto sulla partita di Bojan Krkic e una ricerca del pareggio mai del tutto convinta e supportata da una manovra meno macchinosa.
L’involuzione da un punto di vista del gioco e della prestazione attraversata dalla squadra nell’ultimo periodo è davvero preoccupante: non è accettabile, infatti, presentarsi a casa della capolista così spenti sotto tutti i punti di vista. La favolosa corsa di mesi e mesi rischia di essere vanificata in due settimane. Meditiamo e riprendiamoci: forse le gambe non andranno più a mille, ma l’orgoglio, almeno quello, dovrebbe essere ancora intatto.
This post was last modified on 21 Aprile 2013 - 23:40