La tattica dello 0-0 scritto non funziona: Milan, reagisci!

bojan juve-milan (spaziomilan)Difficile trovare qualcosa di buono in una serata così scialba e priva di sussulti. Difficile continuare a credere nel sogno di un secondo posto quando, in più di novanta minuti, Buffon non è stato chiamato seriamente in causa in modo serio nemmeno una volta. Il momento decisivo del campionato è arrivato: Fiorentina e Napoli ci sono, eccome. Stanno rispondendo presente con tutta l’anima e tutto il coraggio di cui sono capaci, riacciuffando partite impossibili negli ultimi secondi, gettando il cuore oltre l’ostacolo. E noi? Noi ci siamo spenti, sia da un punto di vista fisico che caratteriale. E adesso dobbiamo iniziare seriamente a guardarci le spalle.

L’avversario di stasera, la capolista Juventus guidata da Antonio Conte, da subito non è apparsa in condizioni migliori delle nostre. Proprio per questo era lecito e doveroso provarci, crederci senza paura, dato che eravamo noi più di loro ad aver un disperato bisogno di fare punti. Da subito, al contrario, il Diavolo è apparso incapace di dare un ritmo e un’impronta a un match che, ben presto, è scivolato sui binari della noia più irritante e irreversibile. Montolivo, in serata no, non è riuscito a lanciare il gioco con la consueta maestria e i compagni di reparto, come spesso accade in queste circostanze, non lo hanno aiutato. Sulle fasce Abate e Constant continuano a non mordere e non convincere, davanti Pazzini si è dannato l’anima senza trovare un’assistenza adeguata da un Robinho  sempre più oggetto misterioso.

La ripresa da brutta coppia della prima frazione, ben presto, si è trasformata in qualcosa di ulteriormente difficile e brutto da digerire. La leggerezza di Abate sul rigore che ha portato in vantaggio i bianconeri, infatti, è di quelle che scottano, soprattutto in un momento della stagione in cui tutti gli episodi e tutti i palloni possono fare la differenza. Dalla rete di Vidal nulla di significativo da segnalare, se non un buon impatto sulla partita di Bojan Krkic e una ricerca del pareggio mai del tutto convinta e supportata da una manovra meno macchinosa.

L’involuzione da un punto di vista del gioco e della prestazione attraversata dalla squadra nell’ultimo periodo è davvero preoccupante: non è accettabile, infatti, presentarsi a casa della capolista così spenti sotto tutti i punti di vista. La favolosa corsa di mesi e mesi rischia di essere vanificata in due settimane. Meditiamo e riprendiamoci: forse le gambe non andranno più a mille, ma l’orgoglio, almeno quello, dovrebbe essere ancora intatto.

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