Sta di fatto che la partita era di quelle pesanti, di quelle che bruciano, di quelle che possono cambiare il corso di una stagione. Milan e Fiorentina sono due ottime squadre, che stanno dando tanto al calcio italiano da un punto di vista del gioco, delle individualità, del collettivo: avrebbero meritato una partita meno nervosa, guidata da un direttore con più personalità, più occhio, più empatia con i ventidue in campo. Avrebbero meritato una partita in cui vincitori e vinti fossero definiti in modo leale, non da decisioni arbitrali così pesanti e, soprattutto, così assurde.
Per quanto riguarda il dato tecnico, il Diavolo ha colpevolmente pensato che, sullo 0-2, la partita fosse conclusa e ha lasciato troppo spazio e troppo campo all’iniziativa viola. Il nostro secondo tempo, infatti, non è stato degno della squadra che siamo diventati nel corso della stagione: poche idee, poco carattere, troppo nervosismo (mai cadere nella ragnatela di polemiche dell’avversario in difficoltà). I ragazzi di Montella, dal canto loro, oggi sono apparsi più lenti e macchinosi nel proporre il loro gioco, forse anche orfani della fantasia e della vena realizzativa di Stevan Jovetic, uscito a fine primo tempo. Sulla sponda rossonera ancora grandissima prova di Riccardo Montolivo, subissato di fischi dal suo ex pubblico dall’inizio alla fine, e ancora una volta encomiabile lavoro in copertura di El Shaarawy. Sarà anche più lontano dalla porta, ma sta dimostrando una maturità, uno spirito di sacrificio e un attaccamento alla causa rossonera degni dei migliori veterani.
E adesso? Adesso c’è in Napoli. Con tanta voglia di riscatto in più e un Marione in meno. Certo che quel teatrino con Roncaglia che gli è costato l’ammonizione poteva proprio evitarlo…
This post was last modified on 8 Aprile 2013 - 13:59